Tutto nasce dall'infelice uscita di un politico locale, Trevino Nunez, infuriato per il caos che si è venuto a creare in strada il giorno della presentazione dell'ex fuoriclasse brasiliano di Barcellona e Milan, oggi al Querataro. "Cerco di essere tollerante - ha scritto sulla sua pagina Facebook - ma detesto il calcio, l'idiozia che produce. E lo detesto ancora di più perché le persone si riversano per strada, facendoci arrivare con due ore di ritardo a casa. E tutto questo per vedere una scimmia... Brasiliano ma pur sempre scimmia. E' un circo ridicolo". Furiosa la reazione del Queretaro, che ha già avviato una campagna dal titolo #TodosSomosSimios ("siamo tutte scimmie"), sul modello di quanto fatto da Neymar e Dani Alves in passato, e chiede provvedimenti: "esortiamo le autorità perché agiscano a riguardo e come società adiremo le vie legali perché certe espressioni non vengano più riferite a nostri giocatori o membri del club". Sorpresi i compagni di squadra. William, compagno di squadra di Ronaldinho e anche lui brasiliano di colore, ammette che "non ho mai avuto problemi di razzismo qui, anzi, sono sempre stato ben accolto". Yasser Corona, altro giocatore del Queretaro, ha manifestato la sua solidarità a Ronaldinho postando una sua foto su Twitter mentre tiene in meno una banana.
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