Non siamo a Taormina, nella sua Sicilia, ma Giusy Ferreri resta incantata per la bellezza del Teatro di Porto Rotondo, concepito dal grande architetto Mario Ceroli negli anni '80 in asse alla Chiesa, alla Piazza San Marco e al Porto, come nelle Polis greche.

Uno scenario suggestivo per ospitare la prima tappa sarda del Girotondo Live, il primo tour da mamma popstar che nelle città più grandi ha avuto punte di oltre 40.000 spettatori.

Anche a Porto Rotondo è andato in scena il sold out e l'entusiasmo del pubblico alle stelle.

Tantissimi gli under 18 e over 2, perché a ballare sotto il palco c'era anche una giovanissima fan di tre anni, presenti all'appuntamento clou dell'estate portorotondina.

Sarà perché Giusy Ferreri è anche lei mamma, sarà per la sincerità della sua musica, che rispecchia l'animo dei bimbi, sarà per il suo sorriso, colonna sonora del concerto e della sua vita, e per la gioia di fare musica, che travalicano dal palco per inondare la platea, ma la cantautrice siciliana è una vera e propria calamita per i piccoli spettatori.

E non solo per loro.

Sui gradoni armonici dell'opera d'arte del maestro Ceroli hanno trovato posto almeno tre generazioni di appassionati.

C'erano rappresentati tutti i gradi dell'istruzione scolastica del Belpaese, dal nido agli studenti liceali, con rispettivi genitori e nonni, consorziati storici e turisti di ogni età.

Molti sono rimasti fuori dai cancelli pur di ascoltare una delle più belle voci dell'Italia canora di oggi e di domani.

Una di quelle interpreti che, secondo molti, resterà nella memoria collettiva, per un timbro vocale unico, per le qualità tecnica superlative, per l'ispirata vena interpretativa, per la bellezza pura delle melodie che ti entrano nell'anima e per il ritmo travolgente che regala allegria e spensieratezza.

Bastano le prime parole di "Partiti adesso", la canzone che apre il concerto, per entrate nell'universo caleidoscopico di una cantautrice che rapisce l'attenzione per quella vocalità unica e irripetibile che fa di ogni suo concerto un'esperienza indimenticabile.

E ascoltare dal vivo una voce perfetta che può compiere qualsiasi virtuosismo con un calore ed una densità di toni che pochi interpreti possono reggere in concerto emoziona lo spettatore più esigente e selettivo.

Giusy Ferreri è sostenuta da una band di straordinari virtuosi rinnovata per il 70% rispetto al tour 2016 e composta da Mattia Boschi al violoncello, Bicio Leo alle chitarre, Gabriele Cannarozzo al basso, Enrico Brun alle tastiere e Andrea Polidori alla batteria.

Quasi due ore di musica in una scaletta di ventuno canzoni che il pubblico conosce alla perfezione.

A metà concerto arrivano "Da Roma a Bangkok" e "Amore e Capoeira", le due hit che hanno fatto ballare l'Italia e il richiamo alla danza è incontenibile.

I bambini si avvicinano al palco e l'anima materna di Giusy Ferreri li accoglie con un feeling immediato che conquista i piccoli spettatori. Lei continua a cantare in modo impeccabile con un sorriso contagioso e raccoglie gli inviti per selfie, dirette Facebook, strette di mano, saluti.

La sua voce sembra provenire da un riproduttore stregato di suoni perfetti e ricchi di pathos.

Ma non è magia e la voce speciale di Giusy Ferreri che sarebbe piaciuta tanto anche ad Aretha Franklin.

L.P.
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