L'intervista alla band protagonista al Poetto Fest.

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In tanti ci provano, per passione o per moda, ma in pochi ci riescono come loro: i Train To Roots sono una delle più solide realtà della scena reggae italiana. Frequentano i palchi più prestigiosi dove si suona in levare e portano alta la bandiera della Sardegna.

"Il 29 aprile torneremo a suonare al Viña Rock in Spagna, cinque palchi e centomila spettatori", racconta a L'Unione Sarda "Stiv Man I", chitarrista della band sassarese. Il modo migliore per prepararsi al "Poetto Fest".

Perché i cantanti Simone "Bujumannu" Pireddu e Michele "Rootsman I" Mulas, il bassista Simone "Doctor Bass" Bardi, il tastierista Antonio "Papa'Ntò" Leardi e il batterista Alessandro "Lee van Beatz" Sedda con le chitarre di Stefano "Stiv Man I" Manai e Giampaolo "Jambo" Bolelli saranno tra gli ospiti della grande festa sulla spiaggia dei cagliaritani.

L'emozione c'è sempre, ma i sette maestri del reggae ci sono abituati perché è dal 2004 che calcano i più prestigiosi palchi dei festival europei portando in giro la loro personale evoluzione della ricetta di Bob Marley. "Abbiamo anche suonato suoi pezzi, nel 2011 anche un tributo specifico, ma il bello di crescere è che con sei album all'attivo abbiamo così tanti pezzi nostri che ci piacciono che di volta in volta ne eliminiamo altri".

Il pubblico li segue sempre con attenzione, ma lo fanno anche gli addetti ai lavori e sono tanti gli artisti con cui collaborano. C'è stato un duetto con Levante e un doppio scambio con Madh - "Ci ha voluti nel suo album dopo "X Factor" e l'anno dopo l'abbiamo chiamato per collaborare al nostro" -, ma anche Bunna degli Africa Unite ed Eugenio Finardi, le due voci d'autore che hanno contribuito alla produzione di "Declaration N°6", il sesto album uscito a ottobre.

"Con Bunna abbiamo un ottimo rapporto da anni e tante volte avevamo parlato di una collaborazione, quando è arrivata l'occasione c'è voluta solo mezzora perché accettasse. Quando poi siamo andati a suonare vicino a Torino ci ha raggiunti e l'abbiamo fatto anche sul palco", ricorda "Stiv Man I".

"Lo stesso è capitato con Finardi, un artista veramente preparato e disponibile, ha lavorato alla sua parte del testo inserendo un riadattamento di 'Procurade 'e moderare'".

Perché il reggae è anche questo. Una musica da suonare insieme. Suonare, e ballare. "Ragazzi, ci vediamo al 'Poetto Fest'".

Marcello Zasso

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