Secondo il programma nazionale esiti 2017, valutazione effettuata dal servizio sanitario nazionale e relativa agli interventi chirurgici effettuati ogni anno, sono cinque le strutture sarde più performanti quando si parla di tumore alla tiroide e patologie tiroidee.

Il dato è stato reso noto da www.doveecomemicuro.it, portale di public reporting delle strutture sanitarie italiane che ha dedicato un approfondimento su questo tipo di patologie.

A comparire al primo posto della classifica c'è il Policlinico Universitario di Monserrato (Cagliari), con 136 interventi effettuati nel 2017, seguito dalla Nuova Casa di Cura di Decimomannu a quota 52 interventi, dall'Ospedale Oncologico Armando Businco - A.O. Brotzu di Cagliari (48 interventi), dal Policlinico Sassarese (32 interventi) e dallo Stabilimento Cliniche di San Pietro - AOU di Sassari (25 interventi).

Secondo i dati diffusi, in particolare, in Sardegna oltre il 95% dei residenti sceglie di farsi curare nell’Isola per patologie legate alla tiroide, un dato che si discosta di molto da quello relativo ad altre forme anche tumorali, e che evidenzia l’eccellenza delle strutture del territorio in questo ambito di trattamento.

L'alto volume di interventi effettuati, secondo quanto dimostra un'ampia letteratura scientifica, sarebbe inoltre indice di un impatto positivo nell'efficacia delle cure.

LA TIROIDE - Piccola ghiandola situata alla base del collo, la tiroide gioca un ruolo importante nel regolare il metabolismo di tutto il corpo grazie alla produzione di due ormoni, la tiroxina (T4) e la tri-iodo-tironina (T3). Anch'essa può sviluppare tumore, e la neoplasia alla tiroide rappresenta il 4% di tutti i carcinomi umani, con una incidenza che negli ultimi 20 anni è andata crescendo, con le donne come soggetti più colpiti in un rapporto di 4 a 1 con gli uomini. La fascia d’età più delicata, in questo senso, è in particolare quella fra i 45 e i 50 anni.

In Italia, le strutture pubbliche o private accreditate che l'intervento per tumore alla tiroide sono 338: il 48% si trova al nord, il 24% al centro e il 28% al sud. Della totalità degli interventi eseguiti il 45% è stato effettuato al nord, il 30% al centro e il 24% al sud.

Di fondamentale importanza è poi il follow up, cioè la presa in carico del paziente dopo l'operazione. È essenziale che a seguirlo sia un endocrinologo esperto di tumore alla tiroide o, in alternativa, un medico nucleare, qualora si rendesse necessaria la terapia radiometabolica.

Molto comuni, in tema di patologie alla tiroide, anche il gozzo – ingrossamento della ghiandola - o i fenomeni dell’ipotiroidismo e ipertiroidismo, legati a un malfunzionamento. Gli italiani interessati da questi disturbi sono circa 6 milioni, cioè ben il 10% (8 volte su 10 si tratta di donne). Per diagnosticare queste patologie, di particolare attenzione soprattutto in fase di gravidanza, sono sufficienti semplici esami diagnostici fra cui il dosaggio dell'FT3 e dell'FT4 e degli anticorpi anti-tiroide.

(Unioneonline/v.l.)
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