Donne che sanno navigare in acque agitate, uscite vittoriose dalla bufera che il cancro ha scatenato nelle loro vite. E donne che sono poi andate per mare, sfidando il vento e le onde per dire al mondo "ci sono ancora, sono viva e ho saputo rialzarmi".

Partita nel 2017 con il contributo dell'Istituto europeo di oncologia, torna per il secondo anno l'iniziativa "Pazienti a bordo", pronta ad arruolare 150 donne reduci da un tumore che da maggio a ottobre parteciperanno a dieci settimane di corso in barca nell'isola dell'arcipelago di La Maddalena.

In vacanza per guarire l'anima, dunque, e per aiutare la ricerca a misurare gli effetti della velaterapia.

Il progetto, che nasce dalla collaborazione fra l'università Statale di Milano e il Centro velico Caprera-Cvc, è stato presentato questa mattina nell'ateneo milanese alla presenza, fra gli altri, del presidente del Cvc Paolo Martano e della campionessa mondiale e olimpica di canoa Josefa Idem, che ha sottolineato il parallelismo fra il percorso di cura e l'attività sportiva in cui eccelle: "il vento cambia, il mare è imprevedibile, ma per farcela bisogna imparare a tenere la rotta senza farsi travolgere, mettendo in gioco capacità che nemmeno si immaginava di avere".

L'iniziativa prevede anche l'ipotesi di riqualificare due palazzine della Marina militare situate vicine al Cvc, e di ospitarvi le attività di Biologia marina e Scienze ambientali della Statale.

Moderatrice dell'incontro la psiconcologa Gabriella Pravettoni, che nel 2015 ha firmato con Umberto Veronesi il libro "Senza paura. Vincere il tumore con la medicina della persona". Un'opera-testamento in cui lo scienziato anciava un motto che le "Pazienti a bordo" hanno fatto proprio: "Vincere il cancro significa eliminarlo dal corpo, ma soprattutto dalla mente. Perché è lì che il nemico rischia di sopravvivere anche dopo la guarigione di organi, tessuti e cellule, e ci si libera davvero dal male quando si riesca a dire 'ce l'ho fatta'".

Le 150 aspiranti partecipanti al percorso di velaterapia potranno candidarsi contattando "We Will Care", Onlus nata nel 2016 per offrire supporto psicologico ai malati di tumore e che sostiene l'iniziativa.

A partire da questo pomeriggio e sino al 29 marzo una mostra all'Università Statale di Milano racconterà inoltre, per immagini, le principali tappe della scorsa edizione.

(Unioneonline/v.l.)
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