Cala il numero di diagnosi: nel 2015 erano stati registrati 58 nuovi casi di Hiv, lo scorso anno 54. Ma non è il caso di festeggiare.

"Perché - spiega Brunella Mocci, presidente della sezione cagliaritana della Lila (Lega italiana per la lotta contro l'Aids) - le segnalazioni riguardano solo le strutture pubbliche. Non sappiamo quanti casi siano stati registrati nei laboratori privati che, invece, non hanno alcun obbligo di segnalare".

L'INCONTRO - È uno dei temi emersi nel corso della conferenza stampa organizzata ieri dalla Lila nella sua sede di via Dante. L'obiettivo era presentare la nuova campagna nazionale della Lila, quella che punta a lanciare un messaggio importante: chi segue le terapie ha una carica virale nulla e, dunque, non può trasmettere la malattia.

Nessun pericolo di contagio né al partner e neanche a eventuali figli che dovesse avere. "Ho l'Hiv, non sono contagioso", questo lo slogan dello spot. Ma è stata anche l'occasione per fare il punto sulla situazione dell'Aids nell'Isola. Sul numero di contagiati ma anche sulla conoscenza della patologia da parte degli studenti delle scuole cagliaritane.

I MALATI - I numeri, si diceva, sembrano incoraggianti: dal 2012, anno in cui si è cominciato a tenere un registro, i casi sono in netto calo. Dopo gli 88 del primo anno, si è scesi a 60, 63, 58, sino ai 54 dello scorso anno.

"Resta - riprende Mocci - però il problema che il quadro non può essere considerato completo dal momento che l'obbligo di registrazione è solo per le strutture pubbliche e non per i laboratori privati". Dunque, tanti casi restano nascosti.

"C'è un dato che fa riflettere: il 40 per cento delle nuove diagnosi è stato fatto su persone in stato di Aids conclamato". Questo significa che sono state contagiate dieci, dodici anni prima e si sono rese conto solo casualmente di essere malate. "Ma, nel frattempo, in tutti questi anni possono avere inconsapevolmente contagiato altre persone".

LE SCUOLE - E non sono rassicuranti neanche i numeri che arrivano dalle scuole: lo scorso anno, la Lila è stata in undici istituti e ha coinvolto 1.272 studenti.

Ebbene, in termini di informazione c'è ancora tanta strada da fare. Il 44,7 per cento degli intervistati ha dichiarato di avere rapporti sessuali ma, di questi, solo il 37 per cento (una percentuale, fortunatamente, in crescita rispetto all'anno precedente) usa regolarmente il profilattico; il 19,4 per cento dice di non averlo mai utilizzato mentre il 37 non ne fa un uso regolare.

Ma ci sono anche dati preoccupanti: il 15 per cento è convinto del fatto che la pillola rappresenta una barriera contro l'Aids, il 12,8 per cento crede che già esista un vaccino contro l'Aids. Non solo: il 14,3 per cento pensa il bacio rappresenti un comportamento a rischio, mentre per il 4,9 per cento degli studenti intervistati è pericoloso il semplice contatto fisico.

L'ATTIVITÀ - Una lotta senza quartiere quella fatta dalla Lila Cagliari. Una lotta nella quale si utilizzano tutti i mezzi possibili: c'è il centralino telefonico a cui rispondono operatori qualificati, i social network ai quali si rivolgono persone che, in un modo o nell'altro, cercano di mantenere l'anonimato.

"Nell'ultimo anno abbiamo ricevuto 774 chiamate: tra queste, ci sono state le richieste d'aiuto da 80 persone con l'Hiv. L'anno precedente ci siamo fermati a 648 chiamate". Ma l'attività non si ferma: domani e venerdì 24, dalle 18 alle 20, nella sede di via Dante 16 chiunque potrà effettuare il test salivare in grado di individuare immediatamente l'eventuale presenza del virus.

E poi ci sono in programma una serie di incontri e manifestazioni nei primi giorni di dicembre: il 1° dicembre il Comune sarà illuminato di rosso per sensibilizzare sull'argomento. "Ma, intanto, continua la nostra battaglia sul piano istituzionale: è inaccettabile che non si sia ancora riunito il tavolo regionale sulle malattie sessualmente trasmissibili".

Marcello Cocco

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