È scontro al governo sulla riforma della legittima difesa, cavallo di battaglia della Lega in campagna elettorale ma tema su cui il M5s mantiene una certa prudenza.

È una "priorità" per il governo, ha ricordato il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, ma, ha aggiunto rispondendo al Question time alla Camera, "ho già avuto modo di ricordare che riguarda la giustizia e non la sicurezza e l'ordine pubblico: il monopolio statuale della forza è certamente un principio cardine irrinunciabile dello Stato di diritto".

"È necessaria - ha aggiunto il senatore pentastellato Francesco Urraro - un'analisi approfondita delle norme esistenti, dei testi presentati con attenzione e con saldi riferimenti nella giurisprudenza. Ciò è doveroso per il Movimento 5 Stelle, così da rendere la legge realmente efficace ma nella piena sicurezza dei cittadini".

"La Lega non dovrebbe tollerare questo rallentamento", risponde dai banchi di Forza Italia - a favore della riforma - Mara Carfagna che parla di "un insulto al programma votato dalla stragrande maggioranza degli italiani alle ultime elezioni, quello del centrodestra".

Netta la critica dell'opposizione: "È una legge Far West - scrive il segretario del Pd Maurizio Martina su Facebook -. La chiamano 'legittima difesa', si legge più armi per tutti. Non ci stiamo. Guardiamo agli Stati Uniti, il Paese dove circolano più armi e ci sono leggi sulla legittima difesa che piacciono alla destra".

Dal canto suo Salvini tranquillizza gli alleati: "Sono in piena sintonia con il ministro Bonafede. Non ci sarà nessuna liberalizzazione delle armi: non mi interessa vendere le armi in tabaccheria. Il modello che preferisco è quello svizzero".

A rassicurare i critici arriva anche il premier Giuseppe Conte , garantendo che "questo governo non vuole incentivare la giustizia privata o l'uso delle armi".

Il problema, per Conte, è un altro: "Non tanto sul piano normativo quanto su quello applicativo giurisprudenziale. Si sono create delle incertezze che non giovano ai cittadini che hanno bisogno di sicurezza. Anche perché molto spesso è capitato di persone che hanno vissuto un calvario, tre gradi di giudizio per ottenere un'assoluzione. Sono vite che sono state mortificate. Occorre intervenire sulla regolamentazione senza stravolgere nulla".

(Unioneonline/D)
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