Ci sono due date, che paiono ormai certe nel panorama politico italiano: il 27 dicembre lo scioglimento delle Camere, elezioni il 4 marzo.

L'ipotesi che in queste ore si fa strada prevede l'atto di scioglimento tra Natale e Capodanno, tra due settimane esatte, ma pare che il premier Paolo Gentiloni non si dimetterà, quindi non salirà al Quirinale ma, molto più semplicemente, dirà che il suo compito si è "esaurito".

Non sarebbe la prima volta: è già successo nel 2001 con il governo Amato e nel 2006 con quello di Berlusconi.

Le Camere, in entrambi i casi, erano state sciolte in anticipo senza che i premier si dimettessero.

(Redazione Online/s.s.)
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