Il ministro della Sanità chiede al collega agli Affari regionali e le autonomie di intervenire nei confronti del presidente della Regione Sardegna perché modifichi la norma regionale che ha stabilito il trattamento economico dei direttori generali delle aziende sanitarie.

Francesco Pigliaru non la prende bene e invia una lettera a Beatrice Lorenzin in cui si dice "dispiaciuto per un’accusa che la Sardegna non merita" e parla di un caso nato da una "evidente incomprensione” dovuta, sostiene il governatore - "alla formulazione non sufficientemente precisa di una nota trasmessa dagli uffici della Regione a quelli del Governo".

Fulvio Moirano, numero uno dell'Ats
Fulvio Moirano, numero uno dell'Ats
Fulvio Moirano, numero uno dell'Ats

La giornata odierna fa registrare un'altra puntata dello scontro istituzionale innescato da una interpellanza al ministro della Sanità del deputato del Centro Democratico Roberto Capelli - cui è seguita un'identica iniziativa della consigliera regionale Anna Maria Busia - che segnalava come la retribuzione del direttore generale dell’Azienda per la tutela della salute sia di 200mila euro con un massimale di 240mila euro mentre la normativa nazionale stabilisce che il compenso debba essere al massimo di 154.937 a cui si possono sommare fino ad 5.165 euro in relazione a corsi di formazione manageriale e ad iniziative di studio ed aggiornamento.

"Dall’accurato esame dei documenti emerge che l’impegno da me assunto a modificare la norma regionale è esplicito, circoscritto e, questo, non certamente equivocabile, scrive Pigliaru.

L'assessore alla Sanità Luigi Arru
L'assessore alla Sanità Luigi Arru
L'assessore alla Sanità Luigi Arru

“Poiché il finanziamento del servizio sanitario in Sardegna è totalmente a nostro carico – aggiunge il governatore in chiusura della lettera -, è nostro preciso interesse non incrementare i costi derivanti dalle retribuzioni dei direttori generali e dei loro più stretti collaboratori, e infatti con la nuova organizzazione tale costo quasi si dimezza rispetto alla situazione precedente, passando da 5 a 3,1 milioni di euro. Gli obiettivi tracciati nella nostra legge di riforma del sistema sanitario – ricorda in chiusura il Presidente - sono parte integrante di un obiettivo strategico nazionale e sono, tra noi, pienamente condivisi.”
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