Non abbiamo rassicurazioni da dare: Matteo Renzi interviene sulle frizioni in corso tra Roma, Bruxelles proprio mentre l'esecutivo è al lavoro sulle prime azioni di rilancio che dovrebbero vedere luce (il job act) già la prossima settimana. Al centro delle contestazioni lo stato dei conti pubblici italiani dopo i severi giudizi arrivati ieri dalla Ue. E si torna a parlare di un possibile 'buco'. Ma l'ex ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni taglia corto: "escludo nel modo più assoluto che vi siano buchi" nei conti "o che vi sia bisogno di fare manovre correttive". Il governo si impegna comunque a riferire presto in Parlamento. E comunque lunedì sarà lo stesso ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ad illustrare all'Eurogruppo le priorità economiche del nuovo esecutivo. Ma su una cosa intanto tutti sono concordi (il ministro dell'Economia, l'ex ministro e Palazzo Chigi): non ci sarà bisogno di una manovra di aggiustamento dei conti. Anche perché - dice appunto il premier Matteo Renzi a Bruxelles - "non abbiamo rassicurazioni da dare" ai partner europei sullo stato dei conti e basta con il "costante refrain italiano per cui si dipinge l'Europa come il luogo dove veniamo a prendere i compiti da fare a casa. L'Italia sa perfettamente cosa deve fare e lo farà da sola e lo farà non perché lo dice l'Europa ma per il futuro dei nostri figli". Quindi ripete 2 volte: "La priorità è il lavoro e la crescita, il lavoro e la crescita". E ribadisce che il 12 marzo il Cdm varerà il pacchetto sul lavoro.
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