I giudici texani non le hanno creduto e l'hanno condannata, anche se la pena deve ancora essere decisa e potrebbe essere l'ergastolo. Ana Trujillo, la notte tra il 9 e il 10 giugno dell'anno scorso, ha ucciso a colpi di tacco a spillo Alf Stefan Andersson, professore universitario di Houston con origini svedesi. Ad ammazzarlo, secondo i risultati dell'autopsia, sono state 25 "stilettate" in faccia, in testa e sul collo. La polizia lo aveva ritrovato cadavere in una pozza di sangue, nel lussuoso appartamento al diciottesimo piano di un grattacielo, e di fianco al corpo erano rimaste delle scarpe da donna, tacco 14, colore blu. In casa c'era anche Ana, 45enne messicana, proprietaria delle calzature.

Due le versioni raccontate dall'accusa e dalla difesa: per i pm la coppia quella sera era andata a cena, entrambi avevano bevuto, ed era scoppiato un litigio. Lui era caduto a terra e lei gli si era seduta sopra per impedirgli di rialzarsi. Poi si era tolto una scarpa e l'aveva massacrato col tacco. Per gli avvocati della donna, invece, sarebbe stato il professore ad aggredirla, improvvisamente "impazzito" perché credeva che Ana lo volesse lasciare. Lei si sarebbe semplicemente difesa con "l'unica arma che aveva a portata di mano", hanno spiegato i legali, sferrandogli solo alcuni colpi, e senza rendersi conto di avergli fatto del male, tanto che quando ha visto il sangue ha tentato anche di rianimarlo. Fatto sta che lui è morto, e lei non aveva nemmeno un graffio. Altre testimonianze, inoltre, l'hanno definita come una donna violenta, soggetta ad eccessi d'ira molto pericolosi.
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