Italia revoca espulsione Shalabayeva Sel e M5S: ora Alfano deve dimettersi
L'Italia ha revocato l'espulsione della Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazou. Intanto il gruppo parlamentare di Sel chiede le dimissioni del ministro dell'interno Alfano: "La revoca è un'ammissione di colpa".Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Il governo revoca l'espulsione di Alma Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, criticando duramente quei funzionari che non hanno informato l'Esecutivo del provvedimento che ha riportato ad Astana la donna e sua figlia. Un modo per blindare il ministro dell'Interno Angelino Alfano e salvaguardare la maggioranza di governo. Ma che non accontenta le opposizioni (Sel e M5S) che chiedono la 'testa' del responsabile del Viminale annunciando mozioni di sfiducia.
L'esito dell'indagine avviata dal premier per approfondire quanto successo, così come promesso solennemente durante il question time alla Camera, viene analizzato durante un vertice a palazzo Chigi. Oltre a Letta ed Alfano, sono presenti Emma Bonino (Esteri) e Annamaria Cancellieri (Giustizia). C'è anche il capo della polizia, Alessandro Pansa.
La vicenda, oltre che imbarazzante, è molto delicata. Viene concordato un comunicato in cui sostanzialmente si mette al riparo l'Esecutivo: è "inequivocabilmente" dimostrato, vi si legge, che la procedura di espulsione non è stata comunicata ai vertici del governo: "Né al Presidente del Consiglio, né al Ministro dell'interno e neanche al Ministro degli affari esteri o al Ministro della giustizia", si precisa.
Palazzo Chigi rimarca anche che sulla "regolarità formale" dell'espulsione non c'è nulla da eccepire: la "base legale" è stata "accertata e convalidata da quattro distinti provvedimenti di autorità giudiziarie di Roma". Che sono espressamente menzionate: la Procura del Tribunale dei minorenni, il Giudice di Pace, la procura della Repubblica presso il Tribunale e la Procura della Repubblica per i minorenni. Anche l'indagine avviata dalla Procura di Roma nei confronti della signora Shalabayeva, "concernente il denaro e la memory card" in possesso della donna, pare confermare la legittimità della procedura. E tuttavia, riconosce lo stesso comunicato, "resta grave la mancata informativa al governo sull'intera vicenda" visto che "presentava sin dall'inizio elementi e caratteri non ordinari".
Da qui la decisione di affidare al capo della polizia il compito di indagare per accertare le "responsabilità connesse alla mancata informativa". Anche perché a seguito del ricorso "sono stati acquisiti documenti sconosciuti" che hanno portato a riesaminare l'intera vicenda. Ed è sulla base di questi "nuovi elementi" che il Ministero dell'interno ha avviato l'iter per la "revoca in autotutela del provvedimento di espulsione", peraltro già consegnato all'ambasciatore kazako in Italia, che consentirà alla signora Shalabayeva di "rientrare in Italia" per "chiarire la sua posizione".
Un ritorno che difficilmente si concretizzerà, come riconoscono fonti di governo, anche se la Farnesina si sta già attivando non solo per chiedere il rientro di madre e figlia, ma anche per verificare "le condizioni di soggiorno in Kazakhstan" dei familiari di Ablyazov. Spiegazioni che però non accontentano le opposizioni: Sel e Cinque Stelle presentano due distinte mozioni di sfiducia individuale, una al Senato e l'altra alla Camera. Alfano viene ritenuto "politicamente responsabile" di quanto avvenuto ed accusato di "inadeguatezza" o, peggio, di aver "occultato le responsabilità".
Attacchi che provocano la levata di scudi del Pdl in difesa del suo segretario e l'imbarazzato silenzio del Pd di fronte alla 'copertura' politica assicurata da Letta. Anche se Anna Finocchiaro e Pier Ferdinando Casini, nell'assicurare che il caso sarà approfondito dal Senato, assicurano di voler evitare che a pagare siano solo gli "ultimi anelli della catena di comando".