Sarà la Corte di Giustizia Europea a mettere la parola fine alla querelle legata alla realizzazione dell'inceneritore dei rifiuti di Tossilo.

Lo annunciano con un comunicato gli esponenti del comitato "Non Bruciamoci il Futuro", dopo la sentenza definitiva del Consiglio di Stato, che ha ritenuto inammissibili le richieste di revocazione promosse dallo stesso Comitato, dall'Associazione Zero Waste Sardegna e dall'Unione dei Comuni della Barbagia. Tutti puntavano a riformare la sentenza di appello che aveva rigettato la decisione del Tar Sardegna.

"La Regione sconfigge i cittadini", si legge, tra l'altro, nella nota.

Ancora: "Si chiude così, dopo oltre otto anni di intenso lavoro per il ripristino della legalità e per la tutela della salute pubblica e dell'ambiente, la battaglia da noi promossa contro la realizzazione del nuovo inceneritore che continuiamo a ritenere dannoso non solo per il territorio del Marghine e funzionale a interessi lontani dai bisogni dei cittadini".

Una battaglia dura, combattuta da una parte dai comitati ambientalisti e l'Unione dei Comuni della Barbagia e dall'altra dalla Regione, il Consorzio Industriale (in liquidazione da 10 anni), il Comune di Macomer e quelli del Marghine.

"Si è defilato dalla partita dell'inceneritore di Tossilo anche il Consiglio regionale- scrive poi il comitato- nonostante avesse votato a maggioranza un ordine del giorno che impegnava la Giunta Pigliaru a bloccare le procedure di Tossilo in attesa della modifica del Piano regionale dei rifiuti e di uno studio epidemiologico che facesse chiarezza sulla salute nel territorio del Marghine. Il Consiglio regionale ha accettato passivamente tutti i passaggi dell'Assessorato regionale all'Ambiente e della Giunta che tradivano quell'impegno preso in aula e quindi davanti a tutti i sardi".
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