Sono 2.615 le aziende che in Sardegna nel 2017 hanno chiuso i battenti. Il saldo negativo tocca il 3,6%, con sole 1.236 nuove iscrizioni al registro delle imprese.

Un segnale della crisi che i rappresentati di Confcommercio e Confesercenti hanno fatto presente, rimarcando "l'assenza di norme e la disattenzione totale della politica per un settore abbandonato a se stesso da molti anni" durante l'audizione in Commissione speciale sull'artigianato e il commercio del Consiglio regionale sardo.

"La crisi - hanno detto il presidente e il direttore regionale di Confcommercio Alberto Bertolotti e Giuseppe Scura - ha radici lontane. In Sardegna ci sono due grandi questioni aperte: la mancanza di equilibrio tra le diverse tipologie e forme di vendita con il predominio delle aziende della grande distribuzione sui piccoli esercizi e la mancata adozione di strumenti normativi a favore del tessuto commerciale urbano".

Uno dei nodi cruciali è l'assenza di una pianificazione sulla Grande distribuzione organizzata prevista dalla legge regionale 5/2006 e mai attuata: "Un vuoto normativo che ha consentito alla grande distribuzione di cannibalizzare le piccole imprese", ha ricordato Scura.

Da parte del presidente Roberto Deriu sono arrivate però rassicurazioni sull'intenzione di procedere al varo di una nuova legge: "La Commissione è nata con questo intento, fare una ricognizione complessiva nei settori dell'artigianato e del commercio per individuare possibili soluzioni normative. Entro il mese di luglio elaboreremo una proposta di legge che accoglierà i suggerimenti di tutti i soggetti in causa", ha spiegato Deriu.

(Unioneonline/s.s.)
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