La differenza tra uomini e donne, sul posto di lavoro, continua a farsi sentire: le lavoratrici in Italia sono solo il 48,1% e quelle che sono ai vertici delle aziende guadagnano la metà dei colleghi maschi.

Gli amministratori delegati "in rosa" sono l'11,2 per cento dei casi, numero che dimostra come, agli alti livelli dirigenziali, dominano gli uomini.

Ma secondo uno studio di Dow Jones, su un campione di oltre 20mila aziende quelle che operano sotto la guida di una donna sono in media più redditizie, e hanno inoltre più possibilità di essere quotate in Borsa o di essere rivendute dagli azionisti.

Posizione confermata da un approfondimento del Fondo monetario internazionale che, esaminando le società di 34 Paesi europei, ha accertato come l'aumento della presenza di donne ai "posti di comando" sia associato a migliori risultati finanziari.

Sul fronte italiano, per il Censis il 66,5% degli acquisti in famiglia viene deciso da mogli e mamme e uno studio della Banca d'Italia segnala come l'aumento del tasso di partecipazione femminile fino al 60% avrebbe come conseguenza un aumento del Prodotto interno lordo fino al 7%.

Per rimediare a questo gap, nel 2017 è nato il Winning Women Institute, un organismo indipendente dotato di un comitato scientifico, che si è posto come obiettivo quello di diffondere e rilanciare il principio della parità di genere nel mondo del lavoro.

Per premiare le realtà che raggiungono questo traguardo, assegna una sorta di "bollino" dopo l'esame di vari aspetti, "come l'opportunità di crescita in azienda, l’equità remunerativa per gender, le politiche per la gestione della gender diversity e la policy per la tutela della maternità", spiega Genke Locazione (che opera nel noleggio di beni e tecnologie per aziende e professionisti), una delle prime imprese italiane a concorrere per ottenere il riconoscimento.

(Unioneonline/s.s.)

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