L'amianto a bordo c'era. Gli ex marittimi ammalati o morti ci sono: un lista di lavoratori colpiti, molti uccisi, da tumore o altre patologie. Due fatti. Se esiste un legame no, non è dimostrato. Ma i controlli sono in corso. Nei mesi scorsi gli ispettori dello Spresal (Servizio prevenzione e sicurezza sul lavoro) dell'Asl e i militari della Guardia di Finanza del reparto operativo aeronavale di Cagliari hanno effettuato dei sopralluoghi sui rimorchiatori del gruppo Moby, le imbarcazioni bianche e blu che accompagnano le grandi navi nelle manovre all'interno dei porti della Sardegna.

Nell'aria che si respira sul ponte e in coperta cercavano le fibre di quel materiale assassino che entra nei polmoni: microparticelle che si depositano subdole, stanno lì anche per decenni, poi mandano in corto circuito le cellule e possono scatenare il cancro. Gli accertamenti avrebbero rivelato che l'amianto sui mezzi più datati c'era, la quantità è ancora da stabilire. Nei confronti della compagnia dell'armatore Vincenzo Onorato, stando alle poche indiscrezioni che trapelano, è stato avviato un procedimento amministrativo, finito anche sul tavolo del pm Daniele Caria, che deve valutare se e come agire. Perché sono tante le cause per il risarcimento dei danni e riconoscimento di contributi maggiorati intentate da ex marittimi che, mentre erano imbarcati, hanno respirato amianto.
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