Per la prima volta nella storia dell'Autonomia, la Regione Sardegna ha una legge di disciplina organica della lingua sarda e delle altre lingue parlate nell'Isola: catalano, gallurese, sassarese e tabarchino.

La finalità principale è quella di garantire, oltre al maggior grado di tutela possibile, uno status ufficiale agli idiomi parlati nell'Isola riattivando la trasmissione intergenerazionale delle competenze linguistiche.

Fra le novità del testo in materia, varato oggi dal Consiglio regionale, un percorso che porterà ad una certificazione delle competenze linguistiche (per docenti, operatori, funzionari pubblici, etc.) secondo il quadro di riferimento europeo come avviene per tutte le lingue del mondo. E poi l'istituzione di una "Consulta de su sardu", di composizione mista, che avrà il delicato compito di disegnare il "sardo normato", attraverso la definizione di una norma linguistica di riferimento e di una norma ortografica, e di fornire consulenza scientifica agli organi di governo. E ancora l'avvio di un percorso di pubblica amministrazione bilingue, come già avviene in altre comunità linguistiche meglio tutelate, a partire da Trentino e Val d'Aosta.

Prevista anche l'istituzione di un organismo paritetico con l'ufficio scolastico, l' "Obreria pro s'imparu de su sardu", che detterà linee guida su tempi, modalità, monitoraggi e verifiche dell'insegnamento delle lingua sarda e catalana nelle scuole.

La legge prevede sul punto l'insegnamento in orario curriculare, laboratori didattici e la presenza di tutor formati appositamente per fornire sostegno a docenti e famiglie.

(Unioneonline/v.l.)

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