Battista Biggio, ricercatore di Sistemi di elaborazione delle informazioni dell'Università di Cagliari, è stato protagonista nei giorni scorsi a Shenzen, in Cina, del prestigioso Huawei Strategy and Technology Workshop 2018, un appuntamento mondiale per il settore.

Il professore - che afferisce al Dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica (DIEE) e collabora con il PRALab, il Laboratorio diretto dal prof. Fabio Roli -, invitato dal colosso della telefonia mobile, ha visitato il quartier generale e ha tenuto una relazione soffermandosi in particolare sui sistemi che riescono ad ingannare i dispositivi basati sull'intelligenza artificiale, nuova frontiera della cybersecurity che a Cagliari i ricercatori del team di Roli studiano da anni. Al centro del suo intervento, dunque, il problema della sicurezza: il ricercatore del DIEE ha spiegato come può accadere che i dati che i sistemi di intelligenza artificiale ricevono come input vengano manipolati in modo da ingannare la loro capacità di rilevazione (la rivista Wired le ha definite "tecniche che causano le allucinazioni alle AI"). Huawei è da sempre particolarmente sensibile al tema, e in numerosi punti della città di Shenzen è installato un sistema di riconoscimento facciale.

Tra i docenti e gli esperti invitati in Cina, anche il Premio Nobel 2014 per la Fisica, Shuji Nakamura, inventore con Isamu Akasaki e Hiroshi Amano del LED blu.

Il ricercatore dell'Università di Cagliari ha anche parlato della manipolazione dei virus informatici e delle tecniche utilizzate per ingannare i sistemi di riconoscimento vocale, tutti argomenti su cui lui e tutto il team del PRALab lavorano da anni. Ha illustrato le metodologie in grado di pilotare le assistenti vocali degli smartphone (Alexa o Siri) senza la volontà dell'utente, fino ad arrivare ai sistemi di riconoscimento dell'impronta e del volto, e alla costruzione di adesivi che - se applicati ai segnali stradali - ne evitano il corretto riconoscimento da parte dei veicoli a guida automatica.

(Unioneonline/v.l.)
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