La normativa è stata approvata due anni e mezzo fa. Ma, per il momento, resta lettera morta.

Il "regolamento per la disciplina delle arti da strada" era stato annunciato come lo strumento che avrebbe consentito agli artisti di esibirsi in strada senza dover affrontare troppi ostacoli burocratici (e senza dover tirare fuori denaro). Ma niente è cambiato rispetto al passato.

"Ogni volta che si vuole fare musica in strada, bisogna sborsare 5,16 euro per diritti di segreteria e 16 euro per la marca da bollo per il ritiro dell'autorizzazione", racconta Matteo Angioni che ha lasciato Milano per tornare nella sua Cagliari, con il sogno, appunto, di esibirsi in strada.

"Il mio lavoro è un altro. Ma amo il canto e voglio coltivare questa passione".

E così l'artista ha deciso di proporre una petizione e di aprire un sito dedicato, www.stradalibera.it, grazie al quale ha raccolto circa 2.200 firme.

Il problema esiste, e ad ammetterlo è anche l'assessore comunale alla Cultura Paolo Frau. "Studieremo", promette, "quello che accade in altre città. E, in tempi brevi, faremo il possibile per apportare le necessarie modifiche al regolamento e renderlo immediatamente operativo".

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