C'è un pizzico di Sardegna nella recente scoperta sulle pulsazioni ottiche al millisecondo di una stella di neutroni in rapidissima rotazione, pubblicata recentemente sulla prestigiosa rivista “Nature Astronomy”.

E la firma di un gruppo di ricercatori in cui l’Università di Cagliari appare accanto all’INAF-Osservatorio Astronomico di Roma e all’Università di Palermo: tra i protagonisti dell'importante scoperta scientifica figurano Alessandro Papitto, postdoc dell’Università di Cagliari ora all’INAF, Luciano Burderi, docente di Astrofisica dell’ateneo cagliaritano e la professoressa Tiziana Di Salvo dell'Università di Palermo, che con l'ateneo del capoluogo sardo collabora da anni.

Per la prima volta al mondo è stata osservata una Pulsar al millisecondo, cioè una stella di neutroni in rapidissima rotazione che emette impulsi periodici come un potentissimo faro cosmico, non solo nella banda dei raggi X, ma anche nella luce visibile. Psr J1023+0038, questo il nome della Pulsar, emette 590 impulsi di luce visibile ogni secondo e la scoperta è stata effettuata grazie alle osservazioni condotte al Telescopio Nazionale Galileo dell’Inaf alle Isole Canarie, equipaggiato per l’occasione con lo strumento Sifap, un fotometro ottico ad altissima risoluzione sviluppato presso il Dipartimento di fisica dell'Università La Sapienza di Roma.

"Finora si pensava che queste Stelle di Neutroni emettessero luce pulsata esclusivamente nella banda radio e nella finestra raggi X - raggi Gamma" – spiega il professor Burderi - "pertanto la scoperta fatta è davvero importante e apre prospettive inattese per lo studio di questi affascinanti oggetti".

Le radio pulsar sono stelle di neutroni che si comportano come veri e propri fari cosmici, quando la stella ruota abbastanza velocemente i suoi intensissimi campi magnetici riescono ad accelerare particelle a energie ben superiori a quelle raggiungibili dal Large Hadron Collider del Cern di Ginevra, il più potente acceleratore di particelle mai costruito dall’uomo.

A ogni rotazione della stella, gli elettroni così accelerati producono degli impulsi di radiazione osservabili dalle onde radio ai raggi gamma, consentendoci di conoscerne il periodo di rotazione con precisione elevatissima.
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