L'hanno definito il "gentiluomo dei manga". Vincitore di numerosi premi tra cui il Festival di Angouleme, Jiro Taniguchi si è spento improvvisamente all'età di 69 anni. La notizia è stata data dalla famiglia, che celebrerà le esequie in forma strettamente privata. Nato nell'agosto del 1947, Taniguchi è sempre stato spinto da una passione enorme che l'ha spinto a disegnare fino a quando pubblicò la sua prima opera, La stanza arida, quando era ancora al liceo.

Da allora nelle sue opere ha saputo spaziare tra molti generi diversi, passando dal realismo di "L'uomo che cammina, all'hard boiled in "La ragazza scomparsa" o al paranormale di "Un cielo radioso". Appassionato di viaggi, ma anche di natura, nelle graphic novel i protagonisti sono spesso uomini e donne comuni, non eroi ma persone che si trovano in situazioni più grandi di loro, spesso impegnati in viaggi che sono anche una ricerca di sé stessi.

L'altra grande passione di Taniguchi, l'alpinismo, l'aveva raccontata in "La montagna magica". Lettore onnivoro e capace di raccogliere molte influenze diverse, fu capace di sviluppare uno stile di disegno estremamente realistico e curato fin nei più piccoli dettagli.

Taniguchi aveva sempre dichiarato di non sentirsi del tutto giapponese: forse questo lo spinse a collaborare con un gigante europeo, il grande Moebius, nonostante il risultato, "Icarus", non ebbe molto successo nella sua patria. Alla Francia dedicò l'opera "I guardiani del Louvre". Ma è stato celebre anche in Italia, vincendo il premio Attlio Micheluzzi, nel 2004.

Di enorme successo poi in Giappone "Ai tempi di Bocchan", biografia dedicata alla vita del celebre scrittore giapponese Natsume Soseki. "Raccontare sé stesso e approfondire le emozioni che la vita può donarci", questo era per Taniguchi fare fumetti , come si legge nel libro Il gentiluomo dei manga, di Andrea Grilli, "con una linea elegante e delicata in grado di approfondire i segni più piccoli del reale".
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