È rimasto di stucco quando ha visto gli uomini del Commissariato di Olbia davanti alla porta di casa. Fabio Petta, 40 anni, vero asso del web, non immaginava certo di essere da mesi al centro di un'inchiesta che ha portato in città anche i superpoliziotti del nucleo Cnaipic, gli angeli custodi dei sistemi informatici dello Stato. Il presunto cyber-pirata olbiese, secondo la Procura di Roma, ha predisposto e testato un sistema che consente l'accesso al Registro automobilistico nazionale (Pra) e si parla anche di vendita del software incriminato. Stando ai risultati dell'inchiesta condotta su tutto il territorio nazionale tra gli acquirenti ci sarebbero anche i vigili urbani di alcuni comandi di città campane.

Fabio Petta, se è vero ciò che sostengono i pm, non è uno smanettone di internet, ma un semplice web-dipendente. L'olbiese viene descritto come una vera testa d'uovo dei sistemi informatici, capace di scardinare l'apparato di sicurezza del Pubblico registro automobilistico. Un'operazione complessa che, secondo la polizia, lo ha messo nelle condizioni di entrare negli archivi dell'Aci. Lui, giovedì mattina, ha ascoltato sorpreso le contestazioni che gli muovono i pm. I poliziotti di Olbia, invece, conoscono Petta da tempo. Lo hanno seguito per mesi, fotografato e ascoltato.

I software preparati a Olbia sarebbero stati venduti ad acquirenti interessati al sistema che consente di entrare nel Pra senza problemi. Le visure nel Registro automobilistico nazionale costano e con i programmi pirata attribuiti al consulente arrestato, si può guadagnare. Resta da capire perché siano stati acquistati da rappresentanti delle forze dell'ordine. Si parla di vigili urbani in Campania.
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