Dopo che vendette l'azienda al gruppo Sella&Mosca, poi acquisito da Campari, non riuscì a stare lontano dalla campagna e dai vigneti. E con un gruppo di amici, appassionati di vini come lui, fondò Campissa, azienda che, a Giba, produce vini di qualità.

Ieri Carlo Zedda è morto, stroncato da una malattia che non gli ha lasciato scampo. Aveva 62 anni ed era il discendente e capitano di una dinastia, quella dei Zedda-Piras, che in Sardegna è sinonimo di mirto.

LA STORIA A fondare l'azienda fu suo nonno Francesco, nel 1854. Fu lui ad associare il cognome paterno (Zedda) a quello materno (Piras) per distinguere la sua attività da quella di altri produttori del settore (inizialmente i vini, in particolare quelli da dessert) che avevano lo stesso cognome. Come suo nonno e suo padre Antonino, Carlo Zedda aveva una filosofia di vita e di lavoro che ha caratterizzato tutta la vita dell'azienda: se si vuole ottenere un prodotto di qualità occorre curare con scrupolo ogni fase, dal campo al prodotto finito. Non a caso, nonostante l'azienda producesse anche vini da dessert, distillati, alcool e liquori, fondò l'Associazione produttori liquore mirto di Sardegna tradizionale, che fece conoscere a livello europeo, e presiedette anche quella dei piccoli raccoglitori che lavoravano con la sua azienda, con i quali aveva un rapporto di grande rispetto, paterno e solidale.

RAPPORTI UMANI Fu questa qualità di rapporti, assieme alla volontà di lavorare a prodotti di eccellenza senza compromessi, a far crescere dai 30 degli anni '80 agli attuali mille, i piccoli raccoglitori che lavorano per la Zedda-Piras. «Era un sardista nei fatti, difensore delle qualità e delle caratteristiche di questa terra, di cui difendeva strenuamente i valori», racconta Oscar Cocco, presidente dell'Associazione dei raccoglitori di mirto. Si deve all'iniziativa di Carlo Zedda il corposo disciplinare per la produzione del liquore ottenuto dalle bacche del mirto ed il contributo alla diffusione tra gli operatori di efficaci metodi di raccolta dei frutti. Un'operazione da fare con amore, cautela, tecnica. Perché nessuno, né i raccoglitori né gli industriali possono permettersi di danneggiare la pianta.

L'ULTIMO SALUTO Dai «suoi» raccoglitori Carlo Zedda è stato l'ultima volta martedì. «Era debole, si stancava subito, ma ci dava un affetto e un conforto che solo le persone umili sanno dare». E umile Zedda lo era. «Nonostante fosse ricco si sentiva come uno di noi ed ha sempre lottato per noi. Se qualcuno si trovava in difficoltà economiche lo aiutava senza mai farlo pesare», racconta Cocco.

Cura del prodotto, rapporti eccellenti con i produttori e i raccoglitori, competenza sulla vinificazione: fu grazie a questi elementi che Zedda-Piras conquistò una solida leadership nel mercato dell'Isola e, successivamente, con la cessione a Campari, nel resto d'Italia. «Ma senza mai modificare il processo produttivo tradizionale», riferisce il presidente dei raccoglitori.

La sua seconda giovinezza, imprenditorialmente parlando, arrivò con Campissa. Assieme a Sergio Busonera, Carlo Giordano e Gianfranco Soro, amici appassionati e competenti, impiantò a Giba un vigneto di Carignano del Sulcis. Le prime annate, 2005, 2006 e 2007, riposarono in botti e barriques di rovere francese ed esordirono sul mercato nel 2009 con il plauso degli appassionati.

I FUNERALI Lascia la moglie e due figli. I funerali saranno celebrati oggi alle 15,30 nella cappella del cimitero di San Michele. (f.ma.)
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