Asproni è arrivato a Lula intorno alle 10 da Cagliari dove da qualche anno vive con la figlia. "Ho letto la notizia sul giornale - ha raccontato all'Ansa - e sono voluto venire per incontrare i miei colleghi, ma non ce l'ho fatta a scendere nei pozzi, sono saliti loro ad uno ad uno per salutarmi". Un abbraccio fraterno quello tra "Ziu Boreddu" - come chiamano l'ex minatore a Lula - ed i giovani colleghi che oggi in lotta per difendere il posto di lavoro: da cinque mesi sono senza stipendio e l'Igea (società in house della Regione Sardegna) di cui sono dipendenti non dà più certezza sul loro futuro. "Ho detto ai ragazzi di avere coraggio, ci sono passato anch'io in queste lotte, ho lavorato alla miniera di Sos Enattos dal 1956 al 1977, più di 20 anni. Mi ricordo tanti scioperi contro il vecchio Ente Minerario, un paio di volte mi è capitato di scioperare per due mesi, noi non perdevamo il lavoro ma le condizioni di lavoro erano troppo dure". "I colleghi che scioperano oggi sono tutti padri di famiglia, devono resistere per difendere il loro posto di lavoro, è un loro diritto", ha concluso. Dal canto loro, i manifestanti non hanno alcuna intenzione di cessare la protesta. "Non usciremo per nessun motivo - assicurano - e se la Regione nell'incontro di martedì non ci darà risposte certe sul nostro futuro, la protesta qui sotto diventerà esplosiva. Le bonifiche spettano all'Igea, non ai privati come invece aveva deciso l'ex governatore Cappellacci. Se ci tolgono le bonifiche ci tolgono tutto".
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