Tre mesi fa il fuoco, ora l'acqua. Ad Arbus , Guspini e Gonnosfanadiga a fare paura è quel che resta dell'incendio del luglio scorso. In particolare il fiume Fluminimannu: saturo, intasato dalla cenere, dagli scheletri degli alberi bruciati, dalle canne cadute, da detriti, pietre, dagli argini in parte scomparsi e in diversi tratti pure maleodorante. Con le piogge autunnali alle porte, i contadini, le aziende agricole, i proprietari di case in campagna e gli hobbisti temono un'esondazione disastrosa. Il problema sono le lungaggini burocratiche, l'incuria verso il patrimonio ambientale, ma soprattutto il rimpallo di competenze.

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Santina Ravì su L'Unione Sarda in edicola.
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