Tra gli indagati Cicu e l'ex sindaco di Sestu. Il parlamentare europeo rientrato ieri in Sardegna si difende dalle accuse. "Ho agito in buona fede e sono schifato dall'essere collegato a questo sistema. Ancora oggi non so chi sono gli acquirenti. Il discrimine è tra buona fede e dolo, perchè se avessi saputo non avrei mai partecipato ad una schifezza del genere. Se è una schifezza, perchè non conosco gli atti e non so delle altre persone coinvolte nella vicenda". Così l'eurodeputato di Forza Italia Salvatore Cicu commenta l'indagine a suo carico nell'ambito dell'inchiesta sul riciclaggio dei soldi sporchi dei Casalesi in Sardegna. "L'episodio risale a circa 12 anni fa, quando ero sottosegretario alla Difesa e rispetto al mio ruolo pubblico questa vicenda non ha niente a che fare - spiega - Io partecipai ad un'asta pubblica e all'acquisto di un terreno con due amici, Paolo Cau e Luciano Taccori (ex sindaco di Sestu, ndr), e decidemmo di dare un mandato fiduciario a Cau per acquistare una quota di quel terreno e proprio per questo obiettivo accesi un mutuo. Nessun socio occulto ma tutto tracciabile - afferma l'esponente di Fi - Quel terreno fu comprato e avevamo l'idea di ottenere, attraverso la legge 488, un contributo per un finanziamento in vista della realizzazione di un'opera turistica. E pensate - ricorda - da sottosegretario alla Difesa, quella richiesta ci venne bocciata. Decidemmo poi di vendere per rientrare delle spese sostenute per l'acquisto e vendemmo, per quanto ricordo, allo stesso prezzo ottenuto acquistando il terreno. Con il mandato fiduciario il terreno fu ceduto, ma io non conosco nessuno, non ho mai partecipato a nessun incontro con gli acquirenti e non ho mai conosciuto questi signori che hanno comprato. Non li ho mai sentiti telefonicamente e se avessi solo avuto il semplice dubbio arei preferito tenermi i debiti". Cicu ha spiegato che il mandato fiduciario è stato posto in essere perchè in quel momento l'eurodeputato era sottosegretario alla Difesa, "con deleghe particolari del ministro Martino che mi portavano spesso a viaggiare". Di Cau e Taccori parla di "amici di cui mi fidavo e di cui mi fido. Tra ieri, da quanto ho saputo che c'era la Guardia di Finanza nel mio studio a Cagliari, e oggi non li ho sentiti". Poi aggiunge: "in questa operazione ci sto perdendo, anche perché è stato fatto un accertamento tributario nei confronti di Cau". Per questo motivo Cicu spiega che ogni mese effettua a favore di Cau ("per non lasciare da solo un amico") un bonifico "di 500 euro per pagare Equitalia. Tutto tracciato e c'è anche un ricorso pendente in Cassazione e siamo in attesa di questa sentenza".

"Stamattina ho sentito il mio avvocato di fiducia, Michele Schirò: ho pieno rispetto del lavoro della magistratura e ho chiesto di essere immediatamente sentito dai magistrati. Sento il dovere come cittadino normale di spiegare la mia posizione e non voglio gridare all'attacco politico. E siccome questa vicenda è una questione privata che non attiene alla mia attività politica non mi dimetto da nessun incarico", così l'europarlamentare di Forza Italia, Salvatore Cicu (Fi), spiega in una conferenza stampa la sua posizione in merito all'indagine che lo vede coinvolto sul riciclaggio di soldi sporchi dei Casalesi in Sardegna. "Non voglio combattere il processo, ma voglio difendermi all'interno del processo - aggiunge -. Non voglio gridare al complotto, ma voglio difendermi per arrivare a fare emergere quella verità che conosco profondamente. Una verità pulita".

CAPPELLACCI - Ugo Cappellacci? in quel periodo eravamo amici da qualche anno. Ci frequentavamo e gli chiesi la pura cortesia, essendo lui un commercialista di uno studio importante, di verificare la situazione dal punto di vista tributario e giuridico. Mi dispiace che risulti coinvolto in questa vicenda nella quale non c'entra nulla". Così l'eurodeputato di Fi Salvatore Cicu, coinvolto nell'indagine sul riciclaggio di soldi sporchi dei Casalesi in Sardegna, chiarisce il ruolo dell'ex governatore della Sardegna ed esponente di Forza Italia, che era stato sentito nel novembre 2011 per una cassetta di sicurezza ma che non risulta tra gli indagati della Dda.

LITTLE LORD- Così è denominata l'operazione in seguito alla quale le Fiamme gialle hanno sequestrato in Sardegna un immobile a Cagliari, quattro tra Arbus e Torre dei Corsari, sette a Sestu, un resort a Villasimius, cinque conti correnti in banche di Sestu e quote di società.

Sono state denunciate diciassette persone. Tra i destinatari dei sequestri spicca la società Tu.ri.cost srl, proprietaria del complesso turistico di lusso S'Incantu, a Villasimius, messo sotto sequestro.

Le indagini per riciclaggio sono iniziate nel 2010 e hanno riguardato all'inizio alcune operazioni della società, legate all'acquisizione di terreni edificabili per la realizzazione di un villaggio vacanze. I soci cagliaritani però, secondo la ricostruzione delle Fiamme gialle, rinunciarono al progetto allettati dall'offerta, di oltre un milione di euro, di alcune persone originarie della provincia di Caserta, intenzionate a rilevare le quote e costruire il resort di lusso. Gli acquirenti sarebbero collegati, anche con rapporti di parentela, ai clan camorristici dei Casalesi e dei D'Alessandro, vicini al boss Michele Zagaria.
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