"Sciopero Capoterra, alluvione 2008: +6", il messaggio è scritto su uno striscione appeso davanti al palazzo del Consiglio regionale questa mattina a Cagliari durante il sit-in promossa dal comitato "Capoterra: solidarietà pari dignità". E' la denuncia, completata da altri volantini ancora più espliciti appesi alle colonne dei portici. "Basta - ha scritto il Comitato - la nostra classe politica dopo sei anni (dal disastro del 22 ottobre che strappò la vita a quattro persone devastando case e strade, ndr.) non ha più nessun alibi visti i risultati prodotti. Zero risultati sul piano della ricostruzione". I fatti di Genova hanno fatto salire la preoccupazione. "Ci rassicuravano - spiega Carlo Carcangiu, uno dei promotori dell'iniziativa di questa mattina - che eventi come quello di Capoterra capitano una volta ogni mille anni. E invece abbiamo visto, a distanza di alcuni anni, che cosa è successo a Genova. La verità è che la mano dell'uomo, in Italia, ha fatto scempio di tutto. Ed è difficile dormire sonni tranquilli". Finora niente risposte: "All'inizio - aggiunge Carcangiu - sì: erano arrivati subito i soldi per le famiglie. Ma ora serve attuare il progetto di messa in sicurezza: ci era stato presentato anche l'anno scorso, ma non abbiamo più visto nulla". Burocrazia troppo lenta e tempi che si allungano. Nei giorni scorsi il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha firmato come "Commissario straordinario delegato per la realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico" l'ordinanza che approva il progetto definitivo per la sistemazione idraulica del Rio San Gerolamo-Masone Ollastu, gli interventi di ricostruzione delle opere pubbliche nelle località di Poggio dei Pini e in altre frazioni di Capoterra, lo spostamento di una linea elettrica che interferisce con l'avanzamento dei lavori volti a ripristinare le condizioni di sicurezza per il territorio e la gente di Capoterra. "Speriamo - conclude Carcangiu - che sia la volta giusta. Vogliamo vedere le ruspe al lavoro".
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