"Con quali strumenti il governo intende contrastare il fenomeno della caccia illegale a delfini effettuata per consumarne o commerciarne sottobanco la carne?". E' quanto chiede l'ex ministro Michela Vittoria Brambilla, anche in rappresentanza della Federazione italiana associazioni diritti animali e ambiente, in un'interrogazione ai ministri della Salute, dell'Ambiente e delle Politiche agricole a seguito dell'uccisione del cucciolo di delfino 'Goccia', la cui carcassa è stata ritrovata la scorsa settimana sulla spiaggia di Golfo Aranci con la parte dorsale asportata. "Il caso non appare isolato, ma emerge in diversi territori italiani, come già denunciato da un servizio televisivo delle Iene, un vero e proprio sistema di cattura, uccisione, smembramento, trasporto, commercio e consegna degli animali appartenenti ad alcune specie protette di cetacei", spiega Brambilla, che individua risvolti penali e sanitari: la cattura e l'uccisione, vietate dalla legge, nel bel mezzo del 'Santuario dei cetacei' tra Sardegna, Corsica e Liguria; e la circolazione di carne potenzialmente pericolosa per la salute. I delfini infatti, evidenzia Brambilla, si collocano la vertice della catena alimentare marina, e i loro tessuti contengono elevate concentrazioni di contaminanti organici persistenti (composti xenobiotici) e di parassiti nocivi.
© Riproduzione riservata