Per l'organizzazione di categoria il tema di una più ampia diffusione della moneta elettronica "va ripensato in termini ben più ampi e non può essere circoscritto ai pagamenti tramite carte di plastica introducendo, di fatto, nuovi oneri a carico di soggetti dotati di minore potere contrattuale nei confronti del sistema bancario".

Oltre a ricordare che la norma prevede l'obbligo di introduzione del Po, ma senza alcuna sanzione per chi non si adeguava, l'associazione dei commercianti ha elaborato con CdC & Partners alcuni dati che evidenziano come "l'incidenza percentuale dei costi legati agli incassi tramite Pos cresca al diminuire della dimensione aziendale, anche in relazione al minore potere contrattuale nei confronti del sistema bancario. Vi è, dunque, una maggiore penalizzazione per le imprese di minori dimensioni". Confcommercio osserva inoltre che "dagli ultimi dati ufficiali riferiti al dicembre 2012 della Banca dei regolamenti internazionali, peraltro ripresi anche nell'appendice della Relazione annuale presentata da Banca d'Italia il 31 maggio scorso, emerge che in Italia sono istallati nei punti di vendita 1.501.600 terminali Pos, contro 1.834.000 della Francia e 720.000 della Germania. E' evidente come l'Italia - sottolinea l'associazione - non sia quindi il fanalino di coda dell'Europa nella installazione del Pos, ma basta vedere l'ammontare delle transazioni per capire come il sistema italiano sia indietro. Per quanto riguarda l'ammontare totale in euro delle transazioni, in Francia sono più del doppio (398 miliardi) rispetto alla Germania (174) e all'Italia (160)".
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