Sono le richieste del pubblico ministero Andrea Massidda al termine della sua requisitoria al processo davanti al giudice del Tribunale di Cagliari Sandra Lepore nei confronti del gestore del porticciolo turistico di Marina Piccola, arrestato dai carabinieri assieme a Massidda il 17 maggio 2913. Onorato era accusato di resistenza, minacce, oltraggio e lesioni a pubblico ufficiale, il suo collaboratore di resistenza. I militari, dopo aver ricevuto una segnalazione, erano intervenuti per verificare se all'esterno del bar Aurora di Marina Piccola fossero stati collocati dei tavolini senza autorizzazione. Alla vista dei carabinieri, il gestore del porticciolo e dell'area demaniale aveva iniziato a fare fotografie col cellulare: richiamato, si sarebbe ribellato, colpendo anche un militare (i medici gli avevano assegnato dieci giorni di cure). Poi era stato colto da malore. Massidda, sempre secondo le accuse, avrebbe cercato di ostacolare l'operazione. Per il pubblico ministero quest'ultimo sarebbe intervenuto quando avrebbe visto il datore di lavoro a terra, credendo stesse male: mancherebbe dunque l'elemento soggettivo del reato. Da qui la richiesta di assoluzione. I reati sarebbero invece provati - sempre secondo l'accusa - per Onorato per il quale è stata chiesta la condanna. Totalmente differente la ricostruzione degli avvocati difensori Luigi Concas e Leonardo Filippi che hanno sollecitato l'assoluzione. Filippi, in particolare, nella sua arringa ha parlato di "condotta arbitraria", "dichiarazioni mendaci" da parte dei carabinieri nella comunicazione di reato, poi contraddette nel dibattimento, e "sequestro illecito dei due telefonini" dell'imprenditore, oltre che dell'ingiusta intimazione a consegnare i cellulari. Il giudice Sandra Lepore si è ritirata in camera di consiglio e pronuncerà la sentenza il 16 luglio alle 10.
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