Le indagini che hanno portato all'arresto di Alberto Rigotti, Sara Cipollini e Vincenzo Maria Greco, sono partite nel 2011 dopo il crac di Publiepolis, la concessionaria pubblicitaria del gruppo Epolis, che pubblicava numerosi quotidiani in tutta Italia. Nell'arco di quattro anni, dal 2007 al 2010, secondo quanto accertato dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Cagliari, beni e patrimoni di Publiepolis - per quasi 15 milioni di euro - sarebbero stati utilizzati per pagare i creditori della capogruppo Epolis. Senza rispettare la "par condicio creditorum" sarebbero stati favoriti alcuni creditori anziché altri facendo confluire il denaro con artifizi contabili e bancari e dissimulazioni documentali. Ma non solo. Dalle indagini delle Fiamme gialle è anche emerso il comportamento tenuto da Rigotti, Cipollini e Greco che avrebbero destinato a proprio uso esclusivo automobili e ingenti somme di denaro prelevate dalle casse della società Publiepolis, utilizzando carte prepagate e bonifici. Il denaro sarebbe poi servito per le finalità più svariate con il pagamento di alberghi, viaggi, soggiorni e addirittura palestre esclusive. Un fiume di denaro utilizzato per fini personali, quindi, e per pagare i conti di Epolis, una "malagestione" come l'hanno definita gli stessi investigatori che hanno ricostruito dettagliatamente ogni singolo passaggio di denaro. I provvedimenti di custodia cautelare eseguiti questa mattina sono stati richiesti dal sostituto procuratore di Cagliari Giangiacomo Pilia e firmati dal Giudice delle indagini preliminari Giuseppe Pintori. Gli investigatori non escludono che gli accertamenti sul crac di Publiepolis possano portare a nuovi importanti sviluppi.
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