"Un decreto del ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, apre la strada alla ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi in un'area di 21mila km quadrati fra il Mar di Sardegna e il Mare Balearico con una profondità tra i 2.330 metri e i 2.850 metri, ad una distanza fra i 45 e i 75 km dall'isola".

Lo ha denunciato il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, candidato governatore per il Centrodestra alle elezioni del 16 febbraio, in una conferenza stampa. Ha annunciato di aver inviato una diffida scritta all'esponente del governo con la quale protesta per "lo sgarbo per avere programmato attività di questo tipo in prossimità delle coste, senza il coinvolgimento della Regione più vicina". Cappellacci, inoltre, ha preannunciato "ogni iniziativa possibile per difendere il nostro sviluppo sostenibile, siamo totalmente contrari a causa del potenziale rischio per le nostre coste che ritengo inaccettabile e chiedo un incontro urgente al ministro". Il decreto è datato 9 agosto, "in pieno agosto nel silenzio generale" ed entro 90 giorni, il 19 gennaio, era possibile presentare le domande con la richiesta di permesso di prospezione. "Secondo indiscrezioni informali - ha sottolineato Cappellacci - mi risulta che molti importanti gruppi hanno presentato domande e tra questi: Eni, Anadarco, Petra, Shell e Total". Cappellacci, il quale ha ammesso che la Regione non ha strumenti normativi diretti per intervenire, ha annunciato anche il coinvolgimento delle autorità corse per cercare di fermare un progetto definito "scellerato".
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