Porte sbarrate alla flotta sarda da parte del centrosinistra. "Dopo il governo patrigno, ora l'Europa matrigna solo perché la giunta Cappellacci ha fatto le cose contro le regole, come nel caso della Flotta Sarda e di Saremar - ha detto il segretario regionale del Pd, Silvio Lai, commentando la bocciatura della flotta sarda da parte dell'Ue, in una conferenza stampa a cui hanno partecipato anche alcuni alleati della coalizione - avrebbe dovuto prevedere oneri di servizio con le gare europee, altro che complotto dell'Europa dei banchieri. Così stiamo rasentando il ridicolo". "Si tratta di un'impugnativa che conoscevamo e - ha aggiunto - avrà uguali conseguenze sulla privatizzazione della Tirrenia, che ha tempi più lunghi solo perché vi è il coinvolgimento dello Stato italiano. Noi non abbiamo mai apprezzato questo processo di vendita mentre la Regione è stata consenziente e silente quando al governo c'erano il ministro dei trasporti Altero Matteoli e Silvio Berlusconi come premier". Lai si chiede anche chi pagherà la multa, che è stata emessa nei confronti dell'Italia e sarà detratta alla Sardegna: "spero che la Corte dei Conti valuti un suo intervento". Non manca anche una bordata al Psd'Az che, con l'allora assessore regionale dei Trasporti, Christian Solinas, sposò l'idea di flotta sarda, "I sardisti pongono obiettivi anche giusti, ma con i compagni di strada sbagliati". Secondo Francesco Agus di Sel "serve una politica di trasporti coerente. L'idea della flotta sarda non è sbagliata in sé, ma è sbagliato il metodo. Ci chiediamo, però, se a quell'incontro con Almunia erano presenti gli interpreti. Il complotto è un'idiozia: ci sono errori palesi mentre la normativa è chiara". "Lo Stato interviene quando il mercato non riesce a garantire il servizio - spiega Simone Atzeni del Psi - per noi la priorità sono i sardi, il turismo e il trasporto delle merci". Per Salvatore Melis dei Rossomori, "gli oneri a carico del bilancio regionale sui trasporti è una partita che va riaperta e ricontrattata con lo Stato, compresa la rinegoziazione del Patto di stabilità".
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