E' sceso a circa 1700 il numero degli sfollati nelle zone della Sardegna più colpite dal ciclone Cleopatra. Lo riferisce il comitato della Protezione civile nazionale. Dopo l'emergenza della prima ora, un migliaio di persone sono rientrate a dormire nelle loro abitazioni, grazie anche al ripristino dei servizi e al lavoro dei soccorritori portato avanti in questi giorni.

Lentamente le persone sfollate a causa della violenta ondata di maltempo che ha investito la Sardegna stanno rientrando a casa. La conferma arriva dai dati aggiornati della Protezione Civile regionale. In particolare 1.182 persone che sono state costrette a lasciare l'abitazione sono ora "autonome" e hanno chiesto ospitalità ad amici e parenti. A Olbia attualmente sono ancora assistite 131 persone, 40 a Uras, 60 a Solarussa, 25 a Terralba, mentre altre due persone sfollate a Torpè si trovano ora in una residenza sanitaria assistenziale. In totale attualmente gli sfollati sono 1.440.

Resta confermato il bilancio delle vittime: 16 morti accertati (13 nella sola Gallura, tra cui 2 bambini) e un disperso a Onanì, si tratta di un allevatore di Bitti. Oggi a Olbia è il giorno del dolore e della preghiera.

Alle 15,30, al palazzetto dello sport del Geovillage, si svolgeranno infatti i funerali di sei delle 16 vittime provocate dalla bomba d'acqua. Le esequie saranno celebrate dal vescovo Giovanni Sanguinetti. La città piangerà la morte di papà Francesco Mazzoccu, 35 anni, che fino alla fine ha combattuto contro le acque per salvare il suo piccolo Enrico di tre e quella di mamma Patrizia Corona, di 42, travolta da un fiume di fango con la figlioletta Morgana di due. Le esequie funebri saranno celebrate anche per Anna Ragnedda, l'anziana annegata nella sua abitazione di via Lazio, e Maria Massa, di 88 , trovata in un canale vicino casa. Stamani invece nella Cattedrale di Tempio il funerale di altre tre vittime, morte in seguito al crollo di un terrapieno sulla Provinciale 38 tra Olbia e Tempio, in località Monte Pino. Si tratta di Bruno Fiore, 68 anni, della moglie Sebastiana Brundu, di 61, e della consuocera Maria Loriga, di 54.

LE POLEMICHE - Immancabili anche le polemiche relative alle origini del disastro. Il capo della Protezione civile Franco Gabrielli, da ieri nelle terre dell'alluvione per coordinare gli interventi, ha ribadito quanto sostenuto nell'immediatezza del disastro: "L'allerta era stata segnalata per tempo". A Olbia, proprio per avere percezione diretta della portata del disastro, ieri è arrivato anche il premier Enrico Letta. Prima della partenza per l'Isola, aveva convocato il Consiglio dei ministri che, dichiarato lo stato di emergenza, ha stanziato 20 milioni di euro per gli interventi più urgenti.

Il presidente del Consiglio ha assicurato "l'impegno totale di tutta la comunità nazionale" ed ha ipotizzato la deroga al patto di stabilità per i comuni colpiti. Nel pomeriggio ha visitato il centro di coordinamento soccorsi a Olbia. "Lo Stato c'è - ha scandito - e sta facendo il massimo. E' stata una cosa drammatica e da quello che ho capito assolutamente unica. Sì, il cuore piange di più", ha aggiunto commentando il numero di vittime. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha seguito l'evolversi della situazione attraverso il Dipartimento della Protezione Civile e le Prefetture interessate ed ha espresso "solidarietà" e "commossa partecipazione" alle comunità coinvolte.

Sono Olbia e Nuoro le province più colpite. Nella prima si sono contate ben 13 vittime. Alcune travolte da torrenti d'acqua mentre si trovavano in auto. Altri annegati nelle case allagate. Come una famiglia brasiliana ad Arzachena, madre padre e due ragazzi, tutti morti in un seminterrato sommerso da tre metri d'acqua. Tra le vittime anche un poliziotto, finito fuori strada con l'auto di servizio mentre scortava un'ambulanza. E due bimbi di tre e due anni. Gli sfollati inizialmente erano 2700. Molti martedì sono riusciti a tornare nelle loro abitazioni.

Le criticità principali a Torpé, dove sono state evacuate 500 persone e nel centro di Olbia. Monitorate due dighe: Maccheronis e fiume Cedrino. Grande dispiegamento di soccorsi, con vigili del fuoco, forze dell'ordine, militari e volontari.

La popolazione è naturalmente scioccata. Ma anche il ministro dell'Ambiente, Andrea Orlando, chiamato a riferire in Aula alla Camera, difende l'operato della Protezione civile. Domenica scorsa, ha ricordato, "il Dipartimento ha emesso un avviso di avverse condizioni meteo che prevedeva precipitazioni diffuse anche a carattere di rovescio o temporale sulla Sardegna". E' stato inoltre diramato, ha aggiunto, un avviso alla Regione in cui si indicava "un'elevata criticità del rischio idrogeologico sui settori orientali e centromeridionali dell'isola. Questa tipologia di criticità su scala di tre valori è al livello massimo e tra i possibili effetti c'è la perdita di vite umane". Da parte sua, il sostituto procuratore del Tribunale di Tempio Pausania, Riccardo Rossi, ha lanciato un avvertimento. "Questo - ha detto - è il momento della misericordia, poi arriverà quello della giustizia. Questa vicenda ha posto in luce delle carenze strutturali, che passata l'emergenza, dovremo valutare se potevano essere evitate".
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