Un pronunciamento della Cassazione, intervenuta sulla vicenda, ha smentito i giudici sassaresi che avevano detto no ai sigilli richiesti dalla Procura: le "case mobili" permanenti sul territorio non possono essere considerate strutture temporanee. I locali in questione sono quelli del campeggio Calik Blu, sulle sponde dello Stagno del Calich, ad Alghero. "Mobili", ma complete di sottoservizi (fogne, linee elettriche, gas) e sulle rive di una zona umida, sito di importanza comunitario, area tutelata con vincolo paesaggistico e dal piano paesaggistico regionale.

La Procura di Sassari, nell'ambito di un procedimento penale, ne aveva chiesto il sequestro preventivo, ma sia il Gip (ordinanza del 20 luglio 2012) che il Tribunale del Riesame (ordinanza n. 29/2012 del 5 ottobre 2012) non l'avevano concesso in quanto l'area interessata ricade nel "piano particolareggiato di Fertilia che prevede, per la destinazione d'uso a campeggio, la realizzazione di piazzole e dei relativi impianti tecnologici", sussistendo, inoltre, l'articolo 20 della legge regionale Sardegna 21/2011 che non considera il posizionamento di tali strutture "attività rilevante a fini urbanistici, edilizi e paesaggistici".

La Suprema Corte ha capovolto l'interpretazione dei giudici sassaresi, dicendo che se l'insediamento è stabile e ha concreta incidenza sul territorio (come quello algherese), non si può prescindere da autorizzazioni espresse, sul piano urbanistico-edilizio e sul piano paesaggistico. La Cassazione ha disposto inoltre un rinvio al Tribunale di Sassari per una nuova valutazione in base al principio interpretativo espresso.
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