A prostituirsi - è emerso dall'indagine - loro connazionali fatte giungere in Italia con la prospettiva di lavorare come massaggiatrici ma poi private del passaporto e quindi segregate negli appartamenti (sette quelli sequestrati) dove erano costrette a prostituirsi. Il personale del commissariato di Assisi ha identificato anche una cinquantina di clienti, alcuni dei quali risultati con professioni e condizione sociale "assolutamente insospettabili".
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