"Convivere è peggio che uccidere". E' l'opinione del parroco di Cameri (Novara) scritta nel bollettino inviato ai parrocchiani. Quella frase ha fatto sobbalzare non pochi fedeli, che si trovano proprio in una situazione di convivenza. Per don Tarcisio Vicario l'omicidio infatti sarebbe "un peccato occasionale", che può essere cancellato "con un pentimento sincero", mentre chi convive e chi contrae matrimonio civile e non religioso "si pone al di fuori del sacramento" perché "vive in una infedeltà continuativa". In questi casi, aggiunge il sacerdote, non si può neanche "fungere da padrino o madrina" stante l'incapacità "di insegnare al figlioccio la corretta vita cristiana".

A richiamare il don, ci ha pensato monsignor Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara, pubblicando un suo scritto sul sito della Diocesi. La lettera inviata alle famiglie da don Vicario, scrive il prelato, "richiede una netta presa di distanza sia dai toni che dai contenuti del testo per una inaccettabile equiparazione, pur introdotta come esempio, tra convivenze/situazioni irregolari e omicidio. L'esemplificazione, anche se scritta tra parentesi, risulta inopportuna e fuorviante e quindi errata".
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