Vivere per sempre, grazie a un semplice farmaco? Sembrerebbe fantascienza, ma potrebbe non esserlo. Almeno secondo Pier Giuseppe Pelicci, condirettore scientifico dell'Istituto Europeo di Oncologia. Che, nel corso della ella nona conferenza mondiale '"The future of Science" organizzata a Venezia dalla prestigiosa Fondazione Umberto Veronesi ha annunciato che nel 2033 il sogno di tutti gli esseri umani potrebbe tradursi in realtà. "Ancora vent'anni e potremo acquistare in farmacia la pillola di eterna giovinezza", ha assicurato Pelicci. "E' infatti spianata - ha spiegato - la strada che porta allo sviluppo di nuovi farmaci intelligenti capaci di agire sul nostro Dna per prolungare la durata della vita e migliorare la qualità della vecchiaia". "Nel nostro Dna - prosegue il luminare - esiste una famiglia di geni, di cui finora conosciamo una trentina di elementi, che condiziona il nostro invecchiamento regolando il metabolismo e il modo con cui sfruttiamo le calorie che ingeriamo con il cibo". E l'identikit di questi geni si sta facendo sempre più preciso e completo, come nel caso di p66, gene cruciale per l'invecchiamento scoperto alla fine degli anni Novanta proprio dall'equipe di Pelicci. La conclusione? "Quando riusciamo a identificare questi bersagli genetici e a capire il loro meccanismo d'azione la strada è segnata: per sviluppare un farmaco molecolare capace di agire su di essi in maniera mirata ci vogliono in genere dai 6 ai 12 anni. Possiamo dunque prevedere che tra un paio di decenni saranno disponibili i primi farmaci".
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