Intervista a Matteo Salvini, vicepremier, ministro dell'Interno e segretario della Lega.

Settanta giorni di governo: perché il tema migranti è sempre in cima all'agenda?

«È stata l'azione più veloce, anche perché a costo zero. E siamo soddisfatti. Ora cercheremo di tagliare i famosi 35 euro al giorno per le spese di mantenimento. Da quando siamo al governo il numero degli arrivi dei migranti è crollato. Se andiamo avanti su questa linea, sarà tutto guadagnato».

È di queste ore la lettera-appello del presidente della Regione Pigliaru sugli sbarchi diretti in Sardegna.

«Risponderò al governatore, ma è qualcosa su cui stiamo già lavorando da parecchi giorni. Dobbiamo intervenire sugli arrivi dei barchini con 10-15 persone. Arrivano soprattutto dalla Tunisia e dall'Algeria».

Ci saranno interventi mirati?

«L'unico modo per intervenire è andare direttamente sul posto, come ho fatto in Libia. Entro la fine dell'estate conto di andare sia in Tunisia che in Algeria».

La politica intransigente di Salvini sui migranti sta provocando molte polemiche.

«Il consenso da parte della gente comune è abbondante. Non dico totale, ma è di massa. Ci sono alcune polemiche quotidiane come è nella natura delle cose. A parte quelle di quel cantante, di quell'attore, di quel regista, di quel giornale. Poi ci sono le Ong».

Sono il suo bersaglio principale.

«Le Ong ovviamente sono scatenate. Fino all'estate scorsa facevano i loro comodi. Una nave è appena tornata in Spagna. Chi sta dietro a queste organizzazioni ha capito che in Italia sono finite le passeggiate».

Le danno del razzista.

«Razzista, fascista, nazista, delinquente, assassino. Mi dicono tante cose. Ma il mio obiettivo è ridurre le partenze, ridurre gli arrivi, ridurre i morti. Quelli che mi insultano adesso hanno taciuto negli anni scorsi, quando sono morte più di 15mila persone. Una strage, uno stadio di calcio».

Ma fermare le partenze di questi mesi non basta per arginare la drammatica crisi africana.

«Stiamo già lavorando in concreto a una serie di fondi per intervenire direttamente in Africa su agricoltura, pesca, commercio, sanità, scuola. Una parte dei soldi che risparmieremo coi mancati sbarchi verrà utilizzata proprio per gli interventi nei Paesi in difficoltà».

Lei dice che il calo delle nascite è un pretesto della sinistra per accogliere i migranti. Ma la Sardegna ha un indice di natalità quasi pari a zero.

«Qualche mese fa ho pesantemente criticato l'assessore Arru: diceva che la Sardegna si sarebbe dovuta ripopolare con i migranti. È un principio che contrasto e contrasterò sempre per la Sardegna, per gli Appennini e per le Alpi».

Nell'Isola è emergenza emigrazione e spopolamento.

«Nel governo c'è un sardo con le idee molto chiare, che è Paolo Savona: ci siamo confrontati sul tema della continuità territoriale, sulla riduzione dei costi, sulle maggiori risorse da lasciare sul territorio. E quindi l'obiettivo è tenere più sardi a lavorare in Sardegna, senza che siano più costretti a scappare. Dobbiamo ridare diritti, far pagare meno tasse agli imprenditori e favorire così le assunzioni».

Un'agenda dei progetti molto fitta. Finora non sono bastati decenni.

«Non sarà facile. Ma l'obiettivo della Sardegna è trattenere i propri giovani, non ospitare i migranti. Il ministro degli Affari europei Savona e il ministro dell'Economia Di Maio stanno lavorando su alcune iniziative con risultati raggiungibili a breve, in termini di minori costi, minori tasse, più sviluppo per la Sardegna».

In questi giorni si discute di Tav e di Tap, mentre la Sardegna non ha ancora i treni elettrici e non ha il metano.

«Ho visto la rete ferroviaria sarda e non è degna del 2018».

Il ritardo col resto d'Italia riguarda tutte le infrastrutture.

«Lo Stato ha le sue colpe, ma la Sardegna è una Regione a statuto speciale da tanto tempo. Quindi mi domando: chi ha amministrato la Regione, nel passato e nel presente, che cosa ha fatto? Forse si poteva far meglio. L'autonomia delle regioni è un valore importante, è un obiettivo di questo governo».

Qualche tempo fa quella speciale della Sardegna era stata messa in discussione proprio dalla Lega.

«Questo è un governo che vuole dare autonomia a chi la chiede e non ce l'ha. Figuriamoci se la togliamo a chi ce l'ha».

A febbraio ci sono le elezioni regionali. Il contratto di governo Lega-M5s potrebbe essere riproposto anche nell'Isola?

«Accordi locali coi Cinque stelle non ce ne sono. C'è un contratto di governo tra persone perbene che rispetteremo sino all'ultima virgola: a livello provinciale e regionale abbiamo sempre corso e vinto come centrodestra».

Ma i rapporti tra Lega e Forza Italia non sono più quelli di un tempo.

«Confesso che alcune scelte di Forza Italia, sia a livello locale che a livello nazionale di queste settimane, ci stanno stupendo e non le abbiamo capite. Sarà Forza Italia a dirci dove vuole andare».

Temete un avvicinamento al Pd?

«Dovranno decidere da che parte stare».

Nel frattempo la Lega in Sardegna ha stretto l'alleanza col Psd'Az.

«Già alle politiche coi sardisti abbiamo lavorato insieme. E stiamo lavorando anche nell'ottica delle elezioni regionali per mandare a casa Pigliaru. L'emergenza in Sardegna è mandare a casa Pigliaru».

Ma il centrodestra c'è ancora?

«Bisognerà vedere se il centrodestra esiste: in alcune realtà, purtroppo, Forza Italia guarda indietro. Noi siamo disponibili a fare un'azione diversa rispetto a quello che ha fatto Pigliaru col Pd. Noi vogliamo rinnovare».

A Cagliari si voterà anche per la Camera dopo il caso Mura. Non è da escludere una candidatura di Berlusconi.

«Io sarò in Sardegna e mi interessa la Lega. Abbiamo già ottenuto un grande risultato alle politiche, impensabile sino a due-tre anni fa».

Gli ottanta euro non verranno toccati?

«Nessuno ha mai pensato di toglierli. Non c'è nel programma della Lega, non c'è nel contratto di governo. Non toccheremo neanche l'Iva. Non siamo stati eletti per alzare le tasse o per togliere i quattrini».

Quindi vede una cosa buona del governo Renzi.

«Noi non togliamo quello che c'è. Discorso diverso sono i contributi miliardari ad alcune grandi aziende. Guardiamo alle famiglie e alle piccole aziende. Stiamo lavorando per la riduzione delle tasse, per la pace fiscale, per la rottamazione delle cartelle di Equitalia».

C'è il rischio che la Flat tax penalizzi le regioni più deboli, come la Sardegna?

«Ovunque sia applicata la Flat tax aiuta. Aiuta tutti. Ovviamente in proporzioni diverse rispetto al reddito. In ogni caso il nostro obiettivo è che tutti paghino almeno un euro in meno».

Da dove partirete?

«Dai più piccoli: partite Iva, artigiani, commercianti. Quelli che hanno più sofferto il peso delle tasse».

In Sardegna c'è anche l'allarme per gli attentati agli amministratori.

«Conosco bene il problema: ho già messo in campo un paio di iniziative. Presto arriverò nell'Isola».

Tutti i sondaggi premiano Salvini.

«È una grande responsabilità, il calore della gente mi riempie d'orgoglio. Ma, quando vado a letto la sera, confesso di non essere sempre tranquillo, perché non si può sbagliare nulla. Per fortuna sono abituato a tenere i piedi per terra»

Anche Renzi, nel 2014, ha ottenuto numeri formidabili. Poi è cambiato tutto.

«Quando parlo coi parlamentari, coi sindaci, coi consiglieri regionali ricordo che l'errore più grande potrebbe essere quello che ha fatto Renzi, cioè montarsi la testa. È importante avere sempre il programma di governo sul comodino».

Giulio Zasso

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