Tensioni nel carcere di Is Arenas. Qualche giorno fa diversi detenuti, per lo più di origine nordafricana, hanno iniziato a inveire contro l'unica unità di personale di Polizia Penitenziaria che si trovava in quel momento nell'istituto di reclusione.

Insulti, urla e minacce agli agenti da parte dei detenuti che si rifiutavano, in segno di protesta, di rientrare in cella.

A darne notizia è Sandro Atzeni, coordinatore regionale FP CGIL Polizia penitenziaria, che parla di evento "gravissimo", che si è verificato nella sezione del carcere regolamentata dalla vigilanza dinamica, che permette ai detenuti di girare liberamente per buona parte della giornata.

I responsabili dei disordini sono stati trasferiti, ma non è la prima volta, si registra infatti da tempo un'escalation di tensione, con atteggiamenti dei detenuti che vengono definiti "palesemente provocatori" nei confronti delle forze dell'ordine.

Già lo scorso 6 aprile una decina di detenuti hanno iniziato a sbattere con violenza i blindati delle celle e a inveire contro i poliziotti, minacciando il resto della popolazione carceraria di spiacevoli conseguenze nel caso non avessero partecipato tutti alla rivolta.

Già in quell'occasione il sindacato aveva chiesto di assumere altri agenti e potenziare i livelli di sicurezza delle carceri, affermando che i tagli previsti dal decreto ministeriale del 2 ottobre 2017 hanno compromesso la situazione negli istituti di reclusione.

Il rapporto agenti/detenuti è sempre più a favore di questi ultimi (c'è solo un poliziotto ogni 100 carcerati), e il rischio di aggressioni aumenta. Gli agenti ritengono "non più tollerabile" questa situazione e chiedono provvedimenti ad hoc per garantire maggiore sicurezza.

(Unioneonline/L)
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