La riorganizzazione del servizio Tributi, Attività produttive, Suap e Polizia amministrativa del Comune di Assemini era stata predisposta dell'allora sindaco Mario Puddu e dall'avvocato Francesco Murtas in violazione della legge, perché la decisione era stata assunta per dare un vantaggio (ritenuto ingiusto) a chi aveva ricoperto l'incarico di responsabile di posizione organizzativa.

Su questi presupposti, in sintesi, oggi il pm Marco Cocco ha chiesto la condanna dell'ex primo cittadino dei 5 Stelle e del legale a un anno di reclusione per abuso d'ufficio.

Il servizio Tributi, originariamente demandato a una sola persona (Adele Solinas, parte civile con l'avvocato Francesco Marongiu), con l'arrivo dei Grillini era stato diviso in tre: il sindaco aveva tenuto per sé la Polizia amministrativa assegnando Tributi e contenzioso ad Anna Paola Mameli e Suap e ufficio Relazioni col pubblico a Stefania Picciau.

Quest'ultima è moglie di Murtas, e qui era nato il sospetto degli investigatori (sulla base di un esposto di alcuni dissidenti pentastellati): l'incarico le era stato assegnato per fare un favore al marito. Sarebbe stato proprio quest'ultimo, per gli inquirenti, a indicare le donne come responsabili di posizione organizzativa.

Tesi respinte dagli avvocati Luigi Sanna e Matteo Perra, difensori di Puddu e Murtas, i quali stamattina (anche tramite una memoria difensiva) hanno ribadito che la riorganizzazione dell'ente era prevista nel programma dei 5 Stelle e le nomine erano "assolutamente legittime".

Le dirigenti ricoprono "la stessa posizione giuridica", categoria D1, della "funzionaria di prima, al comando di quell'ufficio da dieci anni".

Dunque "lo spostamento era in regola, nessuno ha avuto danni ingiusti". L'organigramma era stato fatto "dal sindaco e dall'amministrazione", Murtas "mai ha partecipato alle riunioni di Giunta".

Non solo: "Picciau aveva ogni requisito per dirigere l'ufficio Relazioni col pubblico, che prima non c'era. È stato istituito proprio con lei, la quale ha fatto un corso apposito e un concorso interno. Dunque ci sono anche ragioni di merito e anzianità di ruolo che giustificano la scelta".

Sentenza il 18 ottobre.
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