Quattro anni di udienze inutili, il Comune di La Maddalena tagliato fuori dal procedimento (la richiesta di costituzione di parte civile oggi è stata respinta), i reati ambientali prescritti, la trasmissione degli atti a Roma per il presunto peculato e la prescrizione che tra due anni cancellerà anche le ultime ipotesi di reato rimaste in piedi: è il bilancio del processo per le bonifiche bluff del G8, concluso nel pomeriggio, a Tempio, con l'assoluzione di tutte le persone indagate.

Secondo la Procura gallurese, gli interventi di riqualificazione ambientale nello specchio d'acqua dell'ex Arsenale, invece di risanare i fondali, avrebbero aumentato la superficie dell'area inquinata.

Questo pomeriggio il gup di Tempio, Andrea Pastori, non ha potuto far altro che dichiarare la prescrizione dei reati ambientali, contestati a 17 persone, tra le quali l'ex presidente del Consiglio nazionale dei Lavori pubblici, Angelo Balducci, difeso dall'avvocato Antonella Cuccureddu, e il capo della Struttura di missione del G8, Mauro Della Giovampaola.

Oggi, a distanza di quattro anni dalla prima udienza, il gup è riuscito ad aprire il procedimento. Ma i continui rinvii per le mancate notifiche, hanno demolito il capo d'imputazione, la prescrizione ha colpito soprattutto la parte che riguarda il presunto inquinamento dello specchio d'acqua del Molo Carbone.

Per il peculato (le somme che sarebbero state versate alle imprese dalla Protezione civile nazionale, nonostante il mancato compleamento dei lavori di risanamento) il processo proseguirà a Roma, ma la prescrizione è imminente anche in questo caso.

Il legale del Comune di La Maddalena, Gian Comita Ragnedda, ha tentato di riaprire il processo, chiedendo al pm di contestare il reato di disastro ambientale, ma l'istanza è stata respinta.

Per il Comune maddalenino è una doppia beffa, anche nel processo romano per la presunta "cricca" del G8, non ha avuto un centesimo di risarcimento.

Andrea Busia
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