Quarantatré paesi senza acqua potabile. Nella classifica dell'Adiconsum (sulla base dei dati di Assl e Comuni), in testa c'è Morimenta, frazione di Mogoro, dove l'acqua non si può bere fin dagli Anni 50. Nei giorni scorsi sono state raccolte le adesioni per partecipare alla class action contro Abbanoa, presentata come una "opportunità di rivalsa, sia morale che economica, nei confronti del gestore idrico", spiega il presidente regionale di Adiconsum Giorgio Vargiu.

Migliaia di persone potrebbero chiedere il rimborso di una parte delle bollette pagate in questi anni e addirittura un risarcimento dei danni: le famiglie sono state costrette a comprare l'acqua potabile, quasi sempre bottiglie di minerale, per risolvere il problema.

"Il tribunale di Cagliari ha già stabilito quali danni debbano essere risarciti ai consumatori per il grave disservizio, ma non ha ancora stabilito la quantificazione del danno patrimoniale e di quello non patrimoniale, per cui sarà necessario attendere i prossimi pronunciamenti dei giudici", chiarisce Vargiu.

Negli uffici di Abbanoa evidenziano che il problema è limitato a poco più del 10 per cento dei comuni sardi - alcuni non rientrano neppure tra quelli serviti dal gestore idrico - e che in tanti paesi l'acqua ora si può bere.

La class action di Adiconsum è "un grande bluff", dice l'amministratore unico Alessandro Ramazzotti, che avverte: "Oggi in Italia il sistema tariffario non prevede alcuna decurtazione dalle bollette per i periodi di non potabilità. Non c'è un caso a livello nazionale a cui poter fare riferimento. Il motivo è semplice: l'autorità di riferimento vuole evitare che un gestore trovi più conveniente avere una tariffa bassa invece che investire per adeguare il sistema di potabilizzazione".

Michele Ruffi
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