In piedi o in ginocchio? In mano o in bocca? Papa Francesco dice la sua riguardo all'eterna disputa teologica su come si prende l'ostia consacrata, su come ci si avvicina al sacramento della comunione.

Boccia l'ala più integralista e intransigente della Chiesa e, sostanzialmente, lascia piena libertà agli individui.

Secondo la teoria del cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione del Culto Divino e importante esponente dell'ala più intransigente e rigorista, l'ostia in mano non va presa, perché i pezzettini che potrebbero staccarsi e cadere in terra verrebbero profanati. Sempre secondo l'ala più intransigente, inoltre, bisogna inginocchiarsi di fronte al prete e non prendere l'ostia in piedi.

Ma Bergoglio, si sa, tutto è fuorchè un bacchettone conservatore e integralista, e nel corso di un discorso a braccio che introduce l'Udienza generale in piazza San Pietro, difende l'autonomia dei fedeli di accostarsi alla comunione come meglio ritengono.

"Secondo la prassi ecclesiale - queste le sue parole - il fedele si accosta all'Eucarestia in forma processionale, in piedi con devozione oppure in ginocchio, e ricevendo il sacramento in bocca o, dove è permesso, sulla mano, come preferisce".

Quindi un consiglio sul dopo: "Dopo la comunione, a custodire in cuore il dono ricevuto ci aiuta il silenzio, la preghiera silenziosa, un salmo: dovremmo allungare quel momento di silenzio", spiega.

(Unioneonline/L)
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