"L'ondata epidemica può dirsi definitivamente cessata". Gianfranco Piras, direttore del Dipartimento di Sanità Animale dell'Assl di Carbonia, certifica quello che gli allevatori sulcitani aspettavano di sentire fin dall'inizio dell'emergenza che dal settembre al gennaio scorsi ha falcidiato ben 4146 capi ovini.

"Ora stiamo procedendo a svincolare gradualmente le 212 aziende colpite che potranno così tornare alla piena attività e siamo inoltre già partiti con le vaccinazioni a tappeto per il sierotipo 4 del virus (l'attuale) e anche per il sierotipo 1 (responsabile dell'epidemia del 2103) relativamente alle rimonte, cioè per i nuovi agnelli nati".

Vaccinazioni dunque partite tempestivamente stavolta ma ad Iglesias non sembrano essersene accorti: "A noi non risulta che siano partite - dice Salvatore Peddis, allevatore e referente Coldiretti - e occorrerebbe invece che si cominci subito altrimenti avrebbe poco senso farlo a ridosso della stagione calda. Mi auguro poi che non capiti come in passato e che le dosi siano sufficienti alle necessità. Inoltre - aggiunge - il morbo ha colpito proprio nella stagione delle figliazioni causando aborti e perdite di latte per cui attendiamo indennizzi sia per i singoli capi morti che per il mancato reddito".

Concorda "sulla necessità di indennizzi immediati" il presidente della Coldiretti Domusnovas Giancarlo Litarru ma plaude, al contrario del collega, alla tempestività delle vaccinazioni: "Forse qui siamo stati più fortunati, io ho già potuto vaccinare e le dosi erano adeguate inoltre, da quel che si sente, stavolta si intende evitare in tutti i modi il ripresentarsi dell'epidemia. Siamo fiduciosi".
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