"Faremo di tutto per affrontare la questione, così difficile, dei disturbi mentali". All'indomani della strage della Marjory Stoneman Douglas High School di Parkland, in Florida, dove un ex studente ha aperto il fuoco uccidendo 17 persone e ferendone 14, arriva il messaggio alla nazione di Donald Trump.

Il presidente non accenna neanche alla questione delle armi facili, parla di disturbi mentali: secondo Trump è quello il problema da affrontare.

"La nostra comunità prega per le vittime e le loro famiglie: sono qui per tutti voi, genitori, insegnanti, bambini che state soffrendo. Siamo qui insieme come un'unica famiglia americana: nessun bambino o insegnante dovrebbe essere in pericolo all'interno di una scuola americana, nessun genitore dovrebbe aver paura per i propri figli quando li bacia prima che vadano a scuola", scandisce Donald Trump, annunciando che andrà a Parkland a incontrare le famiglie.

"Cercheremo di rendere le nostre scuole e i nostri bambini più sicuri: la famiglia, la nazione e l'amore sono legami più forti dell'odio. Soprattutto oggi", continua il presidente. Come rendere le scuole più sicure? Affrontando la questione dei "disturbi mentali". Del resto già su Twitter Trump aveva scritto che c'erano "molti segnali che il killer della Florida fosse mentalmente disturbato". "Espulso da scuola per comportamenti violenti e incostanti, vicini e compagni di classe sapevano che aveva grossi problemi. Queste cose vanno sempre segnalate alle autorità".

Non una parola, nel discorso alla nazione, sulle armi e sulla facilità di ottenerle anche per persone con "disturbi mentali". E anzi, stando a quanto denunciato dalle associazioni che lottano contro la diffusione delle armi da fuoco, l'ultimo bilancio dell'amministrazione Trump ha tagliato 12 milioni di dollari al "Gun Background Check System", il programma federale per verificare se chi acquista armi è malato o ha precedenti penali.

LE INDAGINI - Intanto lo sceriffo della contea di Broward, Scott Israel, ha reso noto che Nikolas Cruz è incriminato per 17 accuse di omicidio premeditato.

Ex studente dell'Istituto, 19 anni, era stato espulso per motivi disciplinari a causa delle sue condotte violente. Appare in vari post su Instagram con delle armi in mano, pistole e coltelli, parla dello sparare come atto "terapeutico". I suoi social sono pieni di frasi e immagini che gli investigatori hanno definito "inquietanti". "Qualunque cosa postasse era sulle armi, è malato", ha raccontato un suo ex compagno di classe, che ha riferito come anche a scuola il giovane andasse sempre armato.

Secondo Buzzfeed era stato segnalato alle forze dell'ordine e all'Fbi lo scorso settembre. Aveva commentato così un video su Youtube: "Diventerò un professionista di stragi scolastiche", un presagio inquietante. L'autore del video segnalò il commento, Youtube lo cancellò e gli agenti federali andarono a interrogare lo youtuber per chiedergli se conoscesse l'autore del commento, di cui acquisirono copia tramite screenshot.

È inoltre emerso che Nikolas Cruz è associato al gruppo suprematista bianco Republic of Florida (Rof). Pare che sia stato portato al Rof da un'altro esponente dell'organizzazione, e avrebbe anche partecipato a una esercitazione di addestramento nell'area di Tallahassee. Il Rof si definisce una "organizzazione per i diritti civili dei bianchi che combatte per le politiche identitarie bianche e mira a creare uno Stato etnico bianco in Florida".

MORTI E FERITI - Non sono state rese ancora note le generalità di tutte le vittime. Ma ci sono già degli eroi, come in tutte le storie americane. C'è l'insegnante morta per fare da scudo ai bambini, e c'è Aaron Feis, coach della squadra di football. Anche lui si è gettato sui suoi studenti per fare scudo con il proprio corpo. È stato colpito e ferito; sottoposto a un intervento d'urgenza, non ce l'ha fatta.

Delle 14 persone ferite, tre sono gravi.

(Unioneonline/L)

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