Festa grande stasera nella cittadina del Guilcier per i cento anni di Antonio Loi.

La sua è stata una vita intensissima che l'anziano racconta volentieri con orgoglio.

Super lucido e in perfetta forma, va fiero della sua famiglia: quattro figli, cinque nipoti, tre pronipoti e un terzo in arrivo.

"Sono orgoglioso dei miei figli, sono tutti ragazzi bravissimi", racconta prima di recarsi in chiesa per la celebrazione della messa.

Antonio Loi è rimasto orfano di padre in tenerissima età. Allevato dalla madre è stato poi preso a cuore da uno zio di Ghilarza che lo ha fatto studiare.

Si è laureato in Legge e ha iniziato a esercitare la professione di avvocato.

È stato quindi nominato vicepretore onorario a Sorgono.

Dal 1942 al 1945 è stato podestà a Busachi e per essere stato il podestà più giovane d'Italia (aveva appena 23 anni) è stato insignito del titolo di cavaliere del lavoro.

Ma Antonio Loi non si accontentava della professione che svolgeva. Ha preso quindi l'abilitazione all'insegnamento. Ha insegnato al Caip e per moltissimi anni francese alle scuole medie di Abbasanta.

È stato anche preside e in gioventù giocava a pallone: "Ero il bomber del Busachi", precisa.

E poi aggiunge: "La cosa più importante è che non ho mai litigato con nessuno. E saper convivere con gli altri è il trucco per arrivare a quest'età in questo modo".

Dopo la funzione religiosa per il nonnino di Ghilarza, festa grande al salone parrocchiale tra parenti, amici e conoscenti.

Per lui, dall'Amministrazione comunale, è arrivata in dono una targa.
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