«Questo premio lo dedico anche alla Sardegna, mia terra d'origine, che porto sempre nel cuore». Finge di non essere emozionato, Geraldo Mereu, quando arriva davanti al Teatro Dal Verme di Milano per ricevere, dalle mani del sindaco Beppe Sala, l'Ambrogino d'oro. In realtà, ammette poi, l'attribuzione, da parte del Comune, della più alta benemerenza civica lo ha commosso. La cerimonia di consegna del prestigioso riconoscimento si è svolta ieri mattina, nel giorno, come da tradizione, in cui il capoluogo lombardo festeggia il suo patrono, Sant'Ambrogio. L'annuale tributo ai milanesi, doc e d'adozione, alle associazioni e agli enti che più si sono distinti per operosità e attivismo.

VIP IN TAVOLA - Tra loro, Mereu, 61 anni, patron del ristorante "La Risacca 2", uno dei locali più apprezzati della città, considerato «il vero approdo a Milano per gustare il pesce di mare», frequentato dagli amanti della buona cucina e anche da numerosi vip. Per i tavoli ne sono passati tanti: Gigi Buffon, Giovanni Trapattoni, Arisa, Jo Squillo, Matteo Salvini, persino il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, e molti altri artisti, politici e sportivi. Tutti alla Risacca . «Un nome eloquente», spiega Mereu, «che abbiamo scelto proprio per evocare il mare». E, indirettamente, la Sardegna, anche se il menù del ristorante è improntato alla cucina internazionale.

Eppure, tra crudité e risotti, grigliate miste e dessert fatti in casa, non mancano gli omaggi all'Isola. Due in particolare: la pasta con la bottarga e l'immancabile maialetto (ma «solo su richiesta e per le occasioni speciali»).

LA STORIA - Mereu ha avviato l'attività negli anni Settanta, dopo una giovinezza dedicata, neanche a dirlo, al lavoro. Come ricordano le motivazioni redatte da Palazzo Marino, a corredo del premio. «Figlio di un minatore ammalatosi prematuramente di silicosi, ancora adolescente Mereu lascia Pauli Arbarei, piccolo paese della Sardegna, e raggiunge Milano. Qui, alla ricerca del riscatto, inizia una gavetta a pieno ritmo in diversi ristoranti cittadini, fino a trovare casa alla "Risacca 2", dove cura la cucina e i clienti con serietà e passione, riuscendo a superare anche momenti personali difficili».

LA SQUADRA - Parole dense di aggettivi lusinghieri: professionale, rispettoso di colleghi, simpatico e attento verso tutti i clienti. In una frase: «Capace di fare propri i valori di un vero milanese e di interpretare ogni giorno il suo essere ristoratore con fare concreto e i piedi per terra». Dal canto proprio, ricevendo l'attestato, Mereu ha ringraziato non solo il sindaco e il Comune, ma anche tutti i suoi collaboratori. Perché, ricorda, «questo risultato è il frutto di un lavoro di una squadra qualificata, perfettamente sincronizzato». Ma, oltre all'impegno costante, quali sono gli ingredienti vincenti per avere successo nel mondo della ristorazione?

Mereu non ha dubbi: «Nel nostro caso, la qualità del prodotto offerto, la cortesia e il servizio, che deve essere di assoluto prim'ordine».

LA SARDEGNA - Di fronte a tanta fatica, compensata da grandi successi, la domanda viene quasi spontanea: non sente il desiderio, o il bisogno, di ritagliarsi un po' di tempo per sé, da dedicare al riposo e alle sue passioni personali, magari tornando in Sardegna? Mereu sorride. E spiega: «È vero, ho raggiunto il traguardo che sogna ogni imprenditore. Però, dopo tanti anni il mio mondo è qui, tra i tavoli del ristorante. Quindi, no. Non voglio fermarmi. Il lavoro mi piace. Con la Sardegna resta un legame indissolubile. È il luogo dove sono nato e il suo pensiero mi accompagna ogni giorno. E spero che il riconoscimento che Milano mi ha tributato possa essere motivo di orgoglio anche per tutti i sardi».

Luigi Barnaba Frigoli

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