La vicenda che lo riguarda è finita sul tavolo del governo Gentiloni, per le conversazioni, intercettate, con il comandante generale dell'Arma dei Carabinieri, Tullio Del Sette.

Gianni Pitzianti, segretario nazionale del Cocer (l'organismo di rappresentanza dei militari, il "sindacato" dell'Arma) ha deciso di rompere il silenzio con una nota stampa.

Pitzianti, difeso dall'avvocato Anna Maria Busia, è il principale indagato di un fascicolo aperto dalla Procura di Sassari, che ipotizza interventi anomali, oltre le prerogative "sindacali", a favore di militari colpiti da provvedimenti disciplinari. Una vicenda che ha generato numerose altre inchieste, a seguito di intercettazioni telefoniche e ambientali, fatte da personale dell'Arma (sulla base delle autorizzazioni del gip di Sassari) a carico di altri carabinieri.

Le microspie sono state collocate anche a bordo di alcune auto di servizio. Pitzianti ha dichiarato: "Sono amareggiato. Dopo gli articoli pubblicati dalle testate nazionali e locali, non posso che manifestare la mia costernazione, la mia delusione, come uomo dello Stato, come carabiniere e come rappresentante del personale militare. Agirò legalmente nei confronti di chi ha superato i confini del diritto di cronaca".

Il segretario del Cocer ha aggiunto: "Ho fiducia nella magistratura, che farà piena luce su queste vicende, individuando le reali responsabilità. E restituendo a me e alle istituzioni, dignità e onorabilità". Il suo difensore, l'avvocato Anna Maria Busia, nei giorni scorsi, aveva dichiarato: "Attendiamo di conoscere gli atti, l'aspetto singolare è un'indagine aperta su un'attività esclusivamente sindacale".
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