“I villacidresi producono troppa frazione non riciclabile, occorre mandare la polizia municipale casa per casa a controllare il secco residuo delle famiglie”.

Questa sarebbe una delle cause che porterebbero all’improrogabile costruzione del terzo modulo nella discarica consortile della zona industriale di Villacidro.

La dichiarazione dell’assessore all’Ambiente villacidrese Marco Erbì è stata pronunciata durante un’assemblea avvenuta nella sala congressi del Consorzio Industriale, alla presenza di un rappresentante della Provincia del Sud Sardegna, dell’amministrazione villacidrese, dei membri del Consorzio villacidrese e dei rappresentanti di Assemblea Permanente Villacidro e dei comitati NoMegadiscarica e Zero Waste Sardegna.

La denuncia dell’assessore riguarda anche la presenza sempre maggiore di discariche abusive nel territorio e la mancanza di una vera educazione ambientale che stanno creando i presupposti di ampliamento della discarica.

L’assessore accusa i concittadini di non far bene la differenziata e che il mancato virtuosismo avrebbe come effetto l’ampliamento della discarica.

“Ampliamento che - dice l’assessore - potrebbe richiedere la costruzione futura di ulteriori moduli di ingrandimento”.

La tesi, naturalmente, va a cozzare con quella dell’associazione Assemblea Permanente, del comitato NoMegadiscarica e di Zero Waste Sardegna che hanno chiesto l'incontro per valutare la disponibilità da parte del Consorzio Industriale di studiare strade alternative al semplice abbancamento dei rifiuti in discarica.

Per loro “la costruzione del terzo modulo è giustificata esclusivamente dal tentativo di accaparrarsi un po' di finanziamenti regionali (1.500.000 euro) e garantirsi con l’ampliamento un redditizio business sostenuto dalle amministrazioni, a danno dei cittadini. Considerano nel contempo tale scelta una mancata opportunità per far diventare il Consorzio Industriale un centro di eccellenza nel territorio. Questi infatti potrebbe investire in impianti e strutture di ricerca e sperimentazione, sfruttando anche le enormi possibilità economiche messe a disposizione dall'unione europea per lavorare alla riduzione dell'indifferenziata”.

All’assemblea si è tentata anche la strada della mediazione. Ignazio Tolu, sub commissario della Provincia del Sud Sardegna, intervenuto al termine della riunione, ha detto che “la gente è stanca, perché, per il notevole sforzo che cittadini e territorio stanno compiendo, in cambio non arriva neppure un grazie”, e si è reso disponibile a portare le istanze delle associazioni antidiscarica in sede regionale.

La Regione, infatti, è stata la grande assente di una serata che ha voluto essere il punto di partenza di una risoluzione diplomatica della vertenza.

Tra le soluzioni alternative all’ampliamento, proposte da Assemblea Permanente, dal comitato NoMegadiscarica e da Zero Waste, vi è anche la possibilità di “convertire gradualmente l'attuale assetto industriale con tecnologie di trattamento a freddo di tutti i rifiuti, mentre rimane ferma anche la volontà di trovare soluzioni che possano essere assunte dalla Regione a modifica del Piano Regionale dei Rifiuti”.
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